1922, l’anno zero dell’Italia: cento anni dalla Marcia su Roma

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La Marcia su Roma compie cento anni:un secolo è passato da quell’evento storico che dà inizio, ufficialmente, all’ascesa al potere del fascismo. L’evento della Marcia su Roma simboleggia l’anno zero per il calendario fascista: in quel lontano ottobre del 1922, il capo del governo era Luigi Facta e Benito Mussolini aveva l’unico obiettivo di estrometterlo. Ma cosa successe, davvero, storicamente?

Cento anni dalla Marcia su Roma: Benito Mussolini e le cause che portarono all’ascesa del fascismo

Marcia su Roma cento anni
Photo Credits: ilriformista.it

In quell’ottobre del 1922 la Marcia su Roma è l’evento che permette a Benito Mussolini e alle camice nere di ascendere al potere, instaurando quello che da lì a breve sarà ricordato come il tragico ventennio fascista. Ma quali sono state le cause? Prima di procedere all’antefatto storico è utile sottolineare due precisazioni: se per anni la Marcia su Roma è stata considerata un colpo di stato in grande stile, oggi gli storici parlano invece di un vero e proprio bluff da parte del Duce. Parrebbe, infatti, che Mussolini non marciasse in prima persona su Roma; era a Milano e, da lì, analizzava l’evolversi della situazione approdando nella Capitale qualche giorno dopo. La manifestazione fascista, inoltre, si protrasse dal 26 al 30 ottobre, durando diversi giorni.

La marcia avviene dopo mesi di violenze squadriste contro sedi, partiti e sindacati di sinistra. A questo evento storico partecipano 20mila uomini, tutti armati, e appartenenti al Partito Nazionale Fascista (PNF). L’obiettivo è occupare Roma, costringendo re Vittorio Emanuele III ad affidare al Duce le redini del governo. Il re aveva due scelte: cedere alle pressioni fasciste o dichiarare lo stato d’assedio, con il rischio di scatenare una guerra civile. Il re cederà alle richieste del Duce, incaricando Mussolini di formare un nuovo governo per garantire stabilità al Paese.

La situazione politica del 1922: una nazione povera, precaria e instabile

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale l’Italia stava attraversando un periodo di instabilità e forte crisi. La guerra aveva impoverito la Nazione, nonostante la vittoria accanto alle forze dell’Intesa.Questo clima di precarietà fa germogliare, da un lato, ideologie che miravano a porre fine alle disuguaglianze e a intensificare la lotta della classe operaia. La massa proletaria, infatti, si scontrava con la classe borghese composta per lo più da grandi industriali e proprietari terrieri; i contadini e gli operai, invece, lottavano chiedevano l’aumento salariale. È questo lo storico ”biennio rosso”, un contesto di grande instabilità che pervase la Nazione dal 1919 al 1920.

La violenza era all’ordine del giorno, così come i reclami, gli scioperi che andavano ancor di più a vivificare un’atmosfera incerta e claudicante. In questo periodo irresoluto e tentennante compaiono i fasci di combattimento guidati da Benito Mussolini: la loro divisa si compone di camicie nere e manganelli a seguito. Non è un’organizzazione militare ma usa la violenza per arrestare le manifestazioni socialiste con la motivazione di riportare l’ordine. I Fasci saranno poi usati dalla classe borghese per stroncare ogni idea di sciopero o protesta. Nel 1920, poi, Mussolini trasforma questo movimento nel Partito Nazionale Fascista. Nelle elezioni del 1921 Mussolini e altri fascisti sono eletti deputati; si intensifica sempre di più, nel Duce, l’idea che fosse l’unico a poter impedire che l’Italia cadesse nelle mani dei socialisti e dei comunisti, così nel 1922 l’idea della rivoluzione fascista diventa sempre più concreta e attuabile.

Marcia su Roma, verso la Capitale: le tappe e l’occupazione di Roma da parte dei quadrumviri

La prima tappa che dà inizio alla Marcia su Roma è Perugia, insignita come quartiere generale. È il 26 ottobre 1922 e i quadrumviri, ovvero i capi delle milizie fasciste,  Emilio De BonoItalo BalboMichele Bianchi e Cesare Maria De Vecchi coordinano le operazioni che, successivamente, porteranno alla presa di potere. I quattro gerarchi ricevano questo appellativo dallo stesso Benito Mussolini come richiamo alla storia romana; il celeberrimo triumvirato composto da Cesare, Crasso e Pompeo. L’obiettivo era occupare la Capitale con un esercito di squadristi e volontari; è il 27 ottobre 1922 quando i fascisti iniziano a dirigersi verso Roma.

Il 28 ottobre 1922 20 mila camicie nere si trovano a Roma con l’intento di occupare le sedi del potere politico. Sono le 6 del mattino del 28 ottobre 1922 quando il governo dichiara lo stato d’assedio. Re Vittorio Emanuele III, alle 8 e 30 della stessa mattina, si rifiuta di controfirmarlo; Luigi Facta, l’allora capo del governo, si dimette. Il re convoca Mussolini che giunge a Roma il 30 ottobre 1922; Vittorio Emanuele gli conferirà il potere di formare un nuovo governo. Inizia così il ventennio fascista che si concluderà, successivamente, con uno dei conflitti più truculenti e sanguinosi: la Seconda Guerra Mondiale.

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