29 giugno, San Pietro e San Paolo le leggende e le tradizioni legate ai santi patroni di Roma

- Advertisement -

Il 29 giugno si festeggiano San Pietro e Paolo, i santi patroni di Roma. Non c’è un vero motivo per cui si omaggino i due martiri insieme. Tuttavia, per i romani questa giornata è molto importante: esistono numerose leggende e tradizioni, rurali e cristiane, legate al 29 giugno e, a tal proposito, proprio in onore dei due Santi la Capitale si colma di pellegrini e festeggiamenti.

San Pietro e San Paolo, la storia e le usanze legate ai patroni di Roma

San Pietro e Paolo Roma

I due martiri protettori di Roma non sono solo i patroni della Capitale ma un vero e proprio simbolo di cristianità. San Pietro e Paolo, entrambi di origine giudaica uccisi sotto l’egemonia dell’imperatore Nerone, sono due pilastri della religione cristiana e ogni 29 giugno sono omaggiati con lunghe processioni e antiche tradizioni legate al loro culto. San Pietro muore crocifisso, a testa in giù, durante il principio delle persecuzioni contro i cristiani di Nerone; si pensa che la morte di San Pietro sia avvenuta il 29 giugno del 64 o 67 d.C. Pare, invece, che San Paolo fu decapitato nel 67, presso le Acque Salvie nell’Ostiense. Una leggenda narra che, appena decapitato, la testa di San Paolo rimbalzò per tre volte facendo sgorgare zampilli da tre sorgenti d’acqua. Da qui la genesi delle Tre Fontane dove attualmente sorge l’abbazia e la chiesa a opera di Giacomo della Porta. Le Tre Fontane sono anche il luogo in cui sono avvenute diverse apparizioni della Vergine a Bruno Cornacchiola, la prima il 12 aprile 1947.

Alcune cerimonie

Durante la giornata del 29 giugno Roma è in fermento; numerosi pellegrini si accingono per le strade della Capitale, credenti o profani. Le cerimonie dedicate ai due Santi e legate al retaggio culturale, infatti, sono davvero cospicue. Per esempio, il 29 giugno la statua di San Pietro si veste di un abito papale proprio in ricordo del fatto che, il martire, fu il primo Papa della storia. Questo rito peculiare commemora non solo un aspetto religioso insito nel retaggio culturale ma anche storico. La sera, invece, è la volta della tradizionale e lunga processione organizzata presso la Basilica di San Paolo Fuori le Mura. La cerimonia è particolarmente emozionante e suggestiva in quanto, durante il rito, si è soliti trasportare le catene che hanno tenuto legato il Santo durante la sua prigionia.

29 giugno, la scelta della data e la sostituzione: in principio furono i Quirinalia

Molte delle feste cristiane oggi celebrate sono nate per offuscare celebrazioni di divinità italiche, e legate alla mitologia, prettamente pagane. La decisione di commemorare San Pietro e Paolo, patroni di Roma, il 29 giugno deriva dal tentativo di sostituire una particolare festa pagana, ovvero, i Quirinalia in onore di Romolo e Remo. Queste festività, istituite dall’imperatore Numa Pompilio, al principio si svolgevano il 17 febbraio; successivamente l’imperatore Augusto sposta la festa dei Quirinalia proprio il 29 giugno. La divinità sabina di Quirino era associata a Romolo  e, di conseguenza, all’origine della città. In età Augustea, fra l’altro, il dio Quirino si identificava con lo stesso Romolo.

A tal proposito la Chiesa Cattolica durante l’Impero Romano e la diffusione del cristianesimo deicide, pian piano, di sostituire tutti i riti e le feste pagane cercando di proporre cerimoniali cristiani; l’auspicio era che quest’ultimi potessero diventare importanti come i precedenti culti legati alla mitologia latina o italica. Nello specifico, proprio San Pietro e San Paolo sono i precursori del cristianesimo e coloro i quali hanno dato inizio al credo.

San Pietro e Paolo, le leggende e le tradizioni di Roma

Fra i riti secolari più importanti, oltre che suggestivi e scenografici, in onore di San Pietro e Paolo protettori di Roma il primo da menzionare è la girandola di Castel Sant’Angelo; uno sfavillante spettacolo pirotecnico in cui la chiosa finale della rappresentazione consisteva in una fontana zampillante su tutto il monumento. Tradizione vuole che la genesi di tale spettacolo risalga a Michelangelo Buonarroti, ideato proprio in omaggio dei festeggiamenti di San Pietro e Paolo, fondatori della Chiesa e patroni della città di Roma. L’origine dell’esibizione risale al XV secolo; la girandola si allestisce per la prima volta il 29 giugno 1481. Il poeta Gioacchino Belli dona testimonianza di questo rituale nella poesia dal titolo Girandola di Castel Sant’Angelo:

“Spiegare cosa fosse la Girandola, e ciò che essa rappresentò per oltre trecento anni, è cosa quanto mai ardua, come sarebbe molto riduttivo definirla un semplice fuoco d’artificio”.

Nel 1886 lo spettacolo fu interrotto perché ritenuto troppo pericoloso. Solo nel 2006 si decide di intraprendere una rievocazione dell’esibizione pirotecnica, rievocata sul Colle Vaticano per celebrare i 500 anni della fondazione della Guardia svizzera pontificia. Successivamente, nel 2008 l’evento si replica nella sua sede, Castel Sant’Angelo. Nel 2016 si sposta sulla terrazza del Pincio ritornando infine, nel 2021, nuovamente a Castel Sant’Angelo.

Tradizioni rurali e popolari: la barca di San Pietro

Secondo un’antica tradizione rurale, la notte fra il 28 e il 29 giugno è il momento perfetto per fare la barca di San Pietro. Questa tradizione popolare, che si interseca fra sacro e profano, è molto sentita e praticata proprio come l’acqua di San Giovanni Battista che si prepara nella notte fra il 23 e il 24 giugno.

L’usanza vuole che si riempia un’ampolla o un caraffa di vetro con acqua fredda e, in seguito, si versi all’interno un albume d’uovo. Il recipiente deve poi esser lasciato sul davanzale, sul balcone o in giardino tutta la notte; la rugiada del mattino e il passaggio di San Pietro contribuiranno a formare dei filamenti bianchi simili a vele di una barca e, spesso, capita anche di poter scorgere un vero e proprio veliero.

Interpretazioni

La leggenda riprende la vita dell’apostolo pescatore Pietro. Il Santo, infatti, crea questi velieri per esprimere l’affetto ai suoi fedeli, in primis; ma, anche, per ricordare la sua vita precedente, prima di seguire Gesù. A seconda delle caratteristiche che la barca assume, esistono diverse interpretazioni; il veliero formato all’interno dell’ampolla vitrea è oggetto di divinazione in quanto si possono trarre informazioni su quello che accadrà in futuro.

Nel caso in cui le vele siano chiuse, il risvolto potrebbe essere negativo; per esempio, stagione piovosa o scarso raccolto. Le vele dispiegate avrebbero una valenza positiva ma potrebbero anche profetizzare l’arrivo di siccità. Il risultato va poi interpretato a secondo della famiglia, della tradizione, dei retaggi agresti. La forma della barca, quindi, potrebbe presagire profezie circa l’amore, la salute e la fortuna.

Ph: SoloLibri.Net

Articoli Correlati

- Advertisement -

Ultimi Articoli

Frosinone, spazio alle statistiche: i numeri di una partenza record

La sconfitta contro il Napoli alla prima aveva aperto le porte per un possibile copione già visto negli anni precedenti. Una lettura valida però...

Lazio-Torino, Serie A: probabili formazioni e diretta tv

I biancocelesti pronti a riscattarsi dopo il punticino racimolato in casa contro il Monza. La compagine di Maurizio Sarri, tra Serie A e Champions...

Calciomercato Roma, sarà un gennaio tutto brasiliano?

Non è mai andato in soffitta il calciomercato della Roma che continua a monitorare attentamente i calciatori del Nuovo Mondo in vista della prossima...

De Laurentiis indagato a Roma per falso in bilancio nell’acquisto di Osimhen

Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è indagato a Roma per falso in bilancio per l'acquisto di Victor Osimhen, fatto dalla società napoletana nell'estate 2020....