A Roma, la quantità di rifiuti prodotti sta aumentando considerevolmente. Secondo l’ultima rilevazione Ispra, infatti, nel 2021 c’è stato un incremento del 4% degli scarti della Capitale rispetto all’anno precedente.
Nel corso del periodo Covid, i rifiuti erano infatti diminuti. Ora, però, si sta registrando un livello pari a quello pre-pandemico, con una quota che lo scorso anno è tornata a toccare gli 1,6 milioni di tonnellate.
Rifiuti a Roma: impianti insufficienti e aumento della Tari

Questo nuovo aumento nella produzione di rifiuti comporterà spese ingenti per i cittadini romani. La Tari, infatti, avrà certamente un aumento.
Inoltre, gli abitanti della Capitale sono già costretti a pagare un dazio legato all’assenza di impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti, che devono quindi essere trasportati al di fuori del perimetro regionale. La Regione Lazio, infatti, è la seconda in Italia, dopo la Campania, nella classifica dell’export dei rifiuti urbani. Nel 2021 ben 98mila tonnellate hanno lasciato il territorio regionale.
L’amministrazione capitolina sta cercando di risolvere il problema. Nel piano rifiuti annunciato lo scorso agosto si prevede la costruzione di due impianti per le frazioni secche differenziate, per 200 mila tonnellate annue di rifiuti ed altri due per la digestione anaerobica della frazione organica, sempre per 200mila tonnellate l’anno. A questi numeri vanno sommati quelli che andranno al termovalorizzatore di Santa Palomba, dalla capienza di 600mila tonnellate annue.
Giulia Guglielmetti
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