Questa mattina alle 10 ci sarà l’apertura della camera ardente dei due piloti dell’incidente di Guidonia, poi nel pomeriggio, alle 16, i solenni funerali nella Chiesa S. Maria di Loreto, a Guidonia, che saranno presieduti da S.E Mons. Santo Marcianò, ordinario militare per l’Italia. Per l’occasione è stato istituito il divieto di transito e di sosta, dalle 13 a fine cerimonia, in via Baden Powell, nel tratto compreso da via Camarotta a via G.Douchet. Divieto di sostanza anche nel largo tra via Colle Farina e via Don Vito Boccuzzi, in via Pò (lato destro) nel tratto tra via Douhet e via Camarotta. Divieto di sosta e di transito nella piazza antistante la Chiesa, dove saranno celebrati i funerali.
Giuseppe e Marco: chi erano i due piloti di Guidonia

I loro due velivoli si sono scontrati in volo durante un’esercitazione: uno è precipitato sul prato adiacente al centro commerciale e al laghetto San Giovanni, l’altro è finito tra le case del centro abitato di Colle Fiorito. Si chiamavano Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello ed erano in servizio al 60esimo Stormo dell’Aeronautica militare di Guidonia. Classe 1975, il tenente colonnello Cipriano era originario di Taranto e abitava a Guidonia. In Aeronautica da quando aveva 21 anni, era al 117esimo corso Allievo ufficiale pilota di complemento. L’altro, il maggiore Marco Meneghello: 45 anni, nato a Legnago in provincia di Verona, era in Aeronautica dal 1999 con il 119esimo corso Allievo ufficiale pilota di complemento, anche lui come Cipriano era istruttore di volo a Guidonia presso il 60esimo Stormo.
Mancavano pochi minuti alla fine dell’addestramento con i velivoli U-208 del 60° Stormo dell’Aeronautica militare. Pochi minuti e tutto sarebbe finito, come sempre. Per loro che avevano sorvolato i cieli decine e decine di volte, che lo facevano per lavoro e passione. Eppure, il destino ha giocato una delle carte più brutte per Giuseppe Cipriano e Marco Meneghello: i due martedì mattina, poco prima delle 11, si trovavano su quei velivoli militari che sono precipitati a Guidonia, nella frazione di Colle Fiorito. E, nonostante le richieste di aiuto, per loro non c’è stato nulla da fare: lo schianto, poi l’esplosione e gli aerei in fiamme. Uno su un grande prato in via Longarina, l’altro in strada, tra i palazzi in via Casal Bianco. Il procuratore di Tivoli ha aperto un fascicolo e si ipotizza il reato di disastro aereo colposo. Non si esclude, però, il guasto tecnico, così come un’altra pista da seguire potrebbe essere quella del malore di uno dei due piloti. Che avrebbe portato alla collisione, poi allo schianto e all’esplosione. Ora bisognerà verificare lo stato degli aerei, capire cosa sia successo in quei tragici istanti. In cui hanno perso la vita due amici, due colleghi, due piloti esperti.