Aumento dei contagi sulle linee di volo: intercettati negli aeroporti di Roma numerosi passeggeri che presentano i sintomi e che, successivamente ai test, risultano essere positivi. L’allarme arriva dai medici delle Unità speciali della Regione Lazio.
40% dei passeggeri contagiati ed intercettati negli aeroporti di Roma
Il 40% dei passeggeri contagiati intercettati negli aeroporti di Roma si mette in viaggio con i sintomi del Covid-19. Ecco quanto sta accadendo nelle ultime settimane in Italia. I protagonisti della vicenda sono persone che presentano sintomi come mal di gola e tosse e sono gli stessi che siedono di fianco a sconosciuti in un aereo a cui la legge oggi non impone distanze o posti da rispettare. L’allarme giunge dai medici delle Unità speciali della Regione che da metà agosto continuano a riscontrare passeggeri positivi a bordo degli aerei che arrivano a Fiumicino o Ciampino.
Il responsabile dell’Uscar, Pier Luigi Bartoletti, spiega che fino al mese di settembre la maggior parte di viaggiatori era asintomatica. Chi si imbarcava dopo le vacanze a Mykonos o Ibiza lo faceva senza mostrare alcun segno del virus. Oggi, invece, i passeggeri che risultano positivi posseggono già i sintomi del Covid-19 al momento dell’imbarco.
Le parole di chi è in prima linea
Fabrizio Rossi, uno dei tre coordinatori dell’unità in prima linea a Fiumicino ha spiegato: “Molti non sono sorpresi, quando gli diciamo che sono positivi. Dopo il referto del test, ammettono di avere la tosse già da qualche giorno, oppure il mal di gola. Sono sintomi spesso lievi, che vengono associati ai malanni di stagione. Ma non vanno trascurati. Prima se notavamo un passeggero con 40 o 50 di carica virale, rimanevamo sorpresi, era una rarità. Oggi avviene spessissimo, c’è chi arriva a 100 o 120″.
Le squadre speciali di sanitari, all’aeroporto di Fiumicino, testano tra i 300 e 500 passeggeri: “Il 5% dei viaggiatori sottoposti al test è positivo, un dato più basso rispetto al rapporto contagiati/tamponi del Lazio (ieri era all’8,8%), ma attenzione: qui si tratta di persone che, a differenza dei drive in, non sono considerate casi sospetti. Non hanno la prescrizione di un medico, non pensano di avere avuto contatti a rischio“. E invece: “Il 40% dei positivi ha i sintomi Covid, il 60% è asintomatico”.
Nelle ultime due settimane, 70 positivi con sintomi sono stati scovati dai contact tracer dell’aeroporto. Da ottobre e fino al 24 novembre, come recita la proroga del Ministero della Salute, è obbligatorio farsi il tampone all’aeroporto se si è di ritorno dai seguenti Stati: Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Paesi Bassi e la Repubblica Ceca. Chi atterra può presentare il referto di un tampone realizzato prima della partenza, fino a 72 ore prima del volo, oppure ha l’obbligo di sottoporsi al test in Italia entro due giorni dallo sbarco. Per alcuni Paesi come la Romania, l’obbligo di tampone non c’è, ma è previsto l’isolamento a casa per 14 giorni.
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