“Oltraggioso e immorale” l’assessore al Decoro del II Municipio, Rino Fabiano, chiede la rimozione della pubblicità “Ciao Povery” dell’agenzia immobiliare di lusso.
Criticata la nuova campagna di un’agenzia immobiliare di lusso
Ironica o classista? La nuova campagna pubblicitaria “Ciao Povery” di un’agenzia immobiliare di lusso ha fatto parlare molto di se in questi giorni. Per le strade della Capitale si vedono cartelloni con scritto “Ciao Povery”, “Solo per chi ha i domestici” ed infine “Per diventare di Roma nord”. Queste sono le parole che hanno fatto scatenare il web e non solo. “Oltraggioso e immorale” per l’assessore al Decoro del II Municipio, Rino Fabiano, il primo che ha richiesto la rimozione dei manifesti affissi ai Parioli, Prati e quartiere Trieste.
L’agenzia Immobiliare non è rimasta in silenzio, infatti, su Facebook scrive.“La nostra intenzione non è quella di denigrare o peggio ancora discriminare. Stiamo parlando ad un mercato, quello degli immobili di lusso, che è elitario per definizione. Quindi ogni attacco semplicistico in stile ‘state offendendo i poveri’ è infondato e anche fuori luogo. Lo dimostra l’espressione ‘Ciao Povery’ volutamente con la ‘Y, famosa proprio per essere esageratamente illusoria di una ricchezza a volte vera, a volte ostentata, a volte inesistente. Abbinare questa frase a chi è meno fortunato è pretestuoso e insensato. Proprio come è insensato prendersela con chi invece può permettersi di accedere al mercato del lusso. Siamo un’azienda leader nel settore dell’intermediazione immobiliare a Roma e trattiamo case, uffici e immobili di pregio da anni, ma non per questo ci permettiamo di offendere chi non può permettersi una dimora. È squallido anche solo pensarlo”.
Continuano però le critiche e il desiderio di togliere questa pubblicità dalle strade.“inaccettabili per una città inclusiva e solidale” si unisce il consigliere comunale del Pd, Riccardo Corbucci. “Pensare di ironizzare sulle difficoltà di chi ha meno per trarne un beneficio pubblicitario e di conseguenza economico non è una trovata originale e nemmeno provocatoria. È semplicemente un modo per farsi pubblicità, anche usando lo sdegno che questi messaggi classisti suscitano nelle persone. Mi adopererò perché questi manifesti vengano rimossi al più presto”.
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