La questura spiega ”erano senza documenti”, ma per il Baobab si tratta solo di un’azione ”inutile e nociva”.
Blitz al Baobab Expirience di Roma nella giornata del primo dicembre. Si tratta di un’ associazione che si propone di ‘sopperire le mancanze delle Istituzioni nella tutela delle persone migranti’.
Un piccolo respiro durante il lockdown per l’associazione, ritrovatasi però da maggio, a subire di nuovo sgomberi e controlli da parte della polizia.
Martedì 1 dicembre, è stata attuata un‘operazione delle forze dell’ordine, con polizia di Stato supportata dalla polizia locale di Roma Capitale. Prima sono stati effettuati i controlli, e poi gli agenti hanno portato via alcuni migranti.
Secondo quanto riportato dai volontari del Baobab Experience, due persone sono state allontanate “con forza e ammanettate“. Gli altri, invece, si sono allontanati spontaneamente.
Secondo la Questura, quello di martedì non è stato uno sgombero ma un semplice controllo a persone sprovviste di documenti. Un video di pochi secondi diffuso da ‘Welcome To Favelas’, mostra però le immagini di un ragazzo portato via di peso.
I volontari, attraverso i loro canali social, hanno commentato l’operazione: “Baobab Experience è una tappa della rotta mediterranea, dove l’Italia è il più delle volte un ponte verso il continente. La soluzione? Il vostro unico talento: sgomberi e rimozione dei giacigli notturni donati dalla cittadinanza. Azione inutile e nociva, per coprire con qualche camionetta la mancanza di conoscenza e presa sul territorio e sui fenomeni sociali che interessano la città. È quasi folklore“.
Baboab da anni si impegna ad assicurare assistenza alle donne, uomini e bambini in transito verso altri paesi europei. Spesso abbandonati, allontanati, lasciati a pratiche burocratiche e legali lunghe e inconcludenti. L’associazione tende loro la mano e li accoglie a Roma, dopo viaggi estenuanti.
“Oggi sono partiti verso il Nord Europa, dopo un breve periodo di rifocillamento, in 56. Hanno lasciato il campo e poi proseguiranno verso la loro meta“.
Valentina Cuffaro