Dopo lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, in molti hanno iniziato a chiedersi come proteggersi da eventuali bombardamenti: i bunker sono la risposta. L’invasione del territorio ucraino da parte dell’esercito di Mosca e le conseguenti sanzioni economiche stabilite dalla Comunità Europea nei confronti della Russia, hanno messo in discussione l’equilibrio internazionale.
Molte persone si stanno informando sulla possibilità di realizzare rifugi addirittura antinucleari. A Roma, i bunker esistenti potrebbero essere utilizzati? Scopriamolo insieme.
Dove si trovano i bunker a Roma
I due rifugi più famosi sono quello di Villa Torlonia e quello a Villa Ada. Il primo fu chiesto da Benito Mussolini, il secondo fu un’iniziativa del re Vittorio Emanuele II e si trova a circa 350 metri dalla residenza di Villa Savoia. Esistono, però, almeno altri tre bunker a Roma: all’Eur, a piazza Venezia e sotto Palazzo Valentini.
- Il rifugio di Villa Torlonia fatto realizzare dal duce, non vide mai il dittatore fascista entrarvi. Mussolini, infatti, venne arrestato il 25 luglio 1943 e il bunker non era ancora concluso. Aveva doppie porte blindate e un sistema antigas di filtraggio e rigenerazione dell’aria, illuminazione a batteria, un gabinetto e un telefono, pronto soccorso e un materasso. Nel 1941 Mussolini decise di creare un secondo rifugio, più comodo, nel Casino Nobile. La struttura blindata si trova a oltre 6 metri di profondità, la planimetria è a forma di croce e a proteggere le gallerie circolari ci sono 4 metri di cemento armato. La destituzione di Mussolini e il conseguente arresto lasciarono incompiuta l’opera, che manca delle porte blindate e del sistema di depurazione dell’aria, rendendolo quindi più un luogo da visitare che un rifugio affidabile in caso di guerra.
- Il rifugio Savoia si trova nella zona del casale delle Cavalle Madri. La struttura è a ciambella, con una galleria a doppia curva per l’accesso e un portone a due battenti a fare da primo impedimento: entrambe le ante pesano quasi 2 tonnellate ciascuna e sono state realizzate colando il cemento dentro una porta di ferro spessa 20 centimetri. Cuore del bunker è una stanza ad alta pressione d’ispirazione tedesca con un sistema di filtri per depurare e ricambiare l’aria, ma soprattutto un sistema autonomo che anche in assenza di elettricità permetteva il funzionamento dell’impianto. Attualmente non è visitabile.
- Il bunker dell’Eur, voluto anche in questo caso da Mussolini, aveva lo scopo di proteggere i funzionari che controllavano i lavori di realizzazione dell’esposizione universale, che non si tenne mai a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Questo si trova a quasi 33 metri di profondità e si estende per 475 metri quadri, può ospitare fino a 300 persone per almeno 4 mesi. E’ aperto periodicamente per visite guidate.
- Il bunker di Palazzo Valentini è stato realizzato nel piano interrato di Palazzo Valentini. Era l’inverno 1939: ad aprile l’Italia avrebbe occupato l’Albania e poco prima Hitler aveva deciso l’invasione della Polonia, con conseguente dichiarazione di guerra da parte di Francia e Inghilterra. Per questo il governo provinciale ritenne opportuno costruire un rifugio: era stato costruito in cemento armato con murature e solai spessi dai 20 ai 40 centimetri, con due gallerie di comunicazione e un cunicolo di uscita scavato fino al Foro Traiano. Abbandonato per decenni, è stato poi recuperato e restaurato e oggi è una galleria espositiva.
- Si accede al bunker di Piazza Venezia tramite una scala in mattoni. Il rifugio è a pianta quadrata, suddiviso in 9 quadrati regolari, con un ambiente centrale ad oggi inaccessibile, per un totale di 72 metri quadrati di estensione.
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