Un super chef sta arrivando a Roma, Carlo Cracco è pronto a curare l’intero comparto gastronomico di un nuovo hotel 5 stelle lusso e il gruppo Corinthia, nato negli anni ’60 per iniziativa della famiglia maltese Pisani, che oggi conta nove hotel nel mondo. Da Londra a San Pietroburgo, passando per Lisbona, Praga e Budapest. E a breve, anche nel pieno centro della Capitale.
Lui stesso ne ha parlato poche ore fa a La Repubblica, confermando come l’incarico coprirà tutto il comparto gastronomico, “con un servizio che comincia alla mattina e finisce alla sera tardi”. Una visione, quindi, che immaginiamo integrare caffé, ristorante e bistrot, non dissimile a quanto succede già nei suoi locali milanesi in Galleria Vittorio Emanuele II.
Ci tiene molto, lo chef, a mettersi per la prima volta all’opera a Roma, “perché è la testimonianza migliore di come sia ripartito il turismo dopo gli anni del covid. Io l’ho vissuto negli ultimi due anni a Milano, mai avevo visto così tanti turisti, soprattutto stranieri. Roma ha una vocazione turistica naturale ed è il momento giusto per la Capitale di assicurarsi un nuovo futuro, alzando il livello della proposta qualitativa».
La ristorazione e il ruolo delle Istituzioni secondo Carlo Cracco

Afferma infatti lo chef milanese di adozione: “Continuiamo a non avere un ruolo importante a livello istituzionale. Il cibo è cultura eppure siamo ancora considerati effimeri quando in verità potremmo essere decisivi per il futuro del turismo in Italia. Rappresentiamo l’eccellenza, siamo garanzia di grande qualità come proposta finale e come prodotti del territorio ma le istituzioni non ci considerano tali. E chi paga le conseguenze, oltre a tutti noi, sono soprattutto i ragazzi che potrebbero trovare uno sbocco, avere una prospettiva in un Paese che dovrebbe avere nel turismo un grosso traino all’economia”. Dice lo chef a Carlo Annovazzi che lo intervista: “È per me una grande opportunità ma lo è anche per tutto il mondo della ristorazione. Roma ha una vocazione turistica naturale ed è il momento giusto per la Capitale di assicurarsi un nuovo futuro, alzando il livello della proposta qualitativa”.