Era oggi in aula di Tribunale la sindaca di Roma Virginia Raggi. Dopo la completa assoluzione in primo grado, a novembre 2018, inizia oggi il processo d’appello. La vicenda in cui è coinvolta la Raggi riguarda la nomina di Renato Marra, fratello dell’ex braccio destro della sindaca, a capo del dipartimento Turismo. La Raggi ha sempre dichiarato ai funzionari dell’Anac di aver agito “In piena autonomia“, ma è accusata di aver mentito. Il reato secondo l’accusa sarebbe dunque quello di “Falso documentale“.
Inizia il processo d’appello
Al processo d’appello di Virginia Raggi erano presenti anche i suoi fedelissimi consiglieri dei 5 Stelle, Paolo Ferrara e Giuliano Pacetti. Ad assisterla vi erano invece gli avvocati Emiliano Fasulo, Pierfrancesco Bruno e Alessandro Mancori.
Il presidente della seconda sezione della Corte d’Appello di Roma, Antonio Lo Surdo, ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale, Emma D’Ortona, di procedere con il processo di secondo grado. Ci sarà dunque una prossima udienza in data, 26 novembre, dove saranno presenti come testimoni l’attuale assessore al Personale, Antonio De Santis, e l’ex segretario particolare della sindaca, Fabrizio Belfiori. Quest’ultimo non era nella lista testi presentata dalla Procura, che aveva chiesto di potere ascoltare l’ex capo del Personale del Campidoglio, Raffaele Marra, l’ex assessore al Commercio e al Turismo, Adriano Meloni, Antonio De Santis (all’epoca dei fatti delegato capitolino al Personale), Lorenzo Costanzo e l’allora responsabile prevenzione della corruzione al Comune di Roma, Maria Rosaria Turchi.
Perché Raggi è a processo
In primo grado la Raggi era stata assolta “Perché il fatto non costituisce reato“. La procura tuttavia ha fatto ricorso in appello. Secondo il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Francesco Dall’Olio, che avevano chiesto la condanna della sindaca a 10 mesi di reclusione, la Raggi nominò Renato Marra a capo del dipartimento Turismo. La Raggi aveva dichiarato che il suo ruolo nella nomina era stato “Di mera pedissequa esecuzione delle determinazioni” e “Senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie, di valutazione e decisionali“. Però l’accusa aveva portato alla luce dei messaggi sospetti scambiati tra la sindaca e Raffaele Marra, fratello di Renato. Questo aveva portato i pm a pensare che la Raggi potesse aver partecipato alla nomina e ne fosse consapevole.
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