Continuano le indagini sul caso di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983 all’età di 15 anni. Previsto uno slittamento della commissione parlamentare bicamerale. L’avvocata Sgrò: “La famiglia aspetta risposte da 40 anni“.
Quarant’anni di attesa

A seguito della decisione di far rimandare la commissione parlamentare bicamerale, richiesta e ottenuta con successo dal fratello Pietro Orlandi, l’avvocata della famiglia Orlandi Laura Sgrò ribadisce: “(…) dopo quarant’anni, non so che cosa si debba approfondire, bisognerebbe cercare la verità e velocizzare il più possibile (…) la famiglia aspetta risposte da quaranta anni, l’approfondimento andrebbe fatto piuttosto nel senso della verità”.
Inoltre, è doveroso ricordare come la stessa famiglia Orlandi non sia stata informata di questo ripensamento da parte della commissione Affari costituzionali. Neanche l’incontro tra il fratello Pietro Orlandi e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, quest’ultimo dichiaratosi favorevole alla richiesta della commissione parlamentare, ha permesso alla famiglia Orlandi di rimanere informata sulla questione.
Le indagini recenti

In contemporanea alle decisioni parlamentari, proseguono dall’inizio dell’anno le indagini all’interno del Vaticano. L’avvio di quest’ultime, indetto dal Promotore della Giustizia Alessandro Diddi, risulterebbe collegato ad una serie di ricorsi presentati in precedenza da Pietro Orlandi.
Un lavoro, quello di Diddi, svolto in totale discrezione: la famiglia non sarebbe stata chiamata alle indagini. Stando infatti alle ultime dichiarazioni dell’ufficio del Promotore di Giustizia, in merito alla richiesta di incontro da parte della famiglia, questa sarà convocata al termine delle indagini. Al momento, i pochi testimoni dell’epoca rimasti in vita continuano ad essere interrogati, nella speranza di ricavare nuovi indizi attinenti al caso.
Riccardo Angiolari
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