Rimane ancora avvolta nel mistero la morte del p.r. Francesco Vitale. Tuttavia, dopo l’ipotesi del rapimento, è l’omicidio la pista sulla quale gli investigatori si starebbero muovendo.
Francesco Vitale e la caduta fatale

Quello di Francesco Vitale è un profilo assai noto a club esclusivi, sia italiani che europei: difatti, stando alle ultime indagini, avrebbe contratto diversi debiti e avuto a che fare con il mondo della droga.
Il cadavere del barese di 45 anni è stato ritrovato nel cortile di un palazzo in via Pescaglia nel quartiere della Magliana, a seguito di una caduta da oltre 20 metri di altezza. Inutili i tentativi dei soccorritori, i quali non hanno potuto far altro che constatarne poco dopo il decesso.
La pista dell’omicidio
Ci troviamo tuttavia davanti ad una possibile svolta: se in precedenza gli investigatori hanno sospettato che si trattasse di un semplice rapimento, allo stato attuale dei fatti, stando alle ultime dichiarazioni delle Forze dell’Ordine, l’ipotesi maggiormente accreditata è quella dell’omicidio.
Ciò che lascia perplessi i magistrati dell’Antimafia sono alcuni dettagli incongruenti sulla scena del crimine. Anzitutto, non sono stati ritrovati i documenti e il cellulare della vittima, reperti che potrebbero apportare dettagli essenziali al fine delle indagini. Secondo le dichiarazioni di alcune persone che lo conoscevano bene, Francesco Vitale non si separava mai dal suo cellulare. Osservazioni queste che non fanno altro che alimentare i sospetti verso la possibile pista dell’omicidio, scardinando l’ipotesi del rapimento.
Riccardo Angiolari
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