Parmalat, oggi società controllata dal gruppo francese Lactalis, ha deciso di ritirare tutte le quote di produzione del suo marchio dall’impianto di via Fondi di Monastero. Questa manovra mette in seria crisi, ovviamente, la storia Centrale del Latte di Roma che a libro paga possiede tanti lavoratori. È già partita la corsa contro il tempo per cercare di salvare l’intero impianto.
Centrale del latte di Roma: monito dalla Lega

Sulla crisi dello storico stabilimento del latte capitolino si è espresso Daniele Giannini, consigliere regionale del Lazio della Lega:
“La Centrale del Latte di Roma, vero e proprio patrimonio agricolo della Capitale, va salvata con una mossa fulminea da parte del Comune, altrimenti si rischia di mettere il latte capitolino completamente nelle mani di una azienda francese e lasciare per strada un indotto di almeno un migliaio di lavoratori. Gli agricoltori nostrani di Finlatte che ad oggi controllano il 16% della società, si sono detti disponibili a gestire l’impianto fino a sentenza definitiva della Cassazione. Se ciò non dovesse avvenire, da gennaio, si rischia concretamente di perdere metà della produzione. Il sindaco Gualtieri chieda subito la convocazione di un consiglio di amministrazione in cui pretendere da Parmalat, gestore per conto dei francesi di Lactalis, la riconsegna di tutte le azioni, come sancito dal secondo grado di giudizio, in Corte d’Appello. Nomini poi un nuovo Cda, inserendo all’interno rappresentanti di Roma Capitale e degli agricoltori di Finlatte, affidando a quest’ultima la gestione dello stabilimento nel ‘periodo finestra’. Roma faccia uno scatto di reni per difendere i suoi allevatori, il made in Italy e il latte a km 0 prodotto nella nostra città, con cui sono già cresciute, orgogliosamente, generazioni di nostri concittadini“.
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