I campi rom presenti a Roma e nella provincia devono essere svuotati e le famiglie accolte in strutture specifiche. L’obiettivo del sindaco Raggi è ora priorità e le nuove politiche devono dimostrare che si riuscirà a perseguire. La ricerca nella capitale e non solo è di appartamenti che ospitino le famiglie rom in uscita dai campi. Questo è quanto delineato nel Bando di gara pubblicato lo scorso 23 dicembre 2020 e in scadenza il 15 gennaio 2021.
Obiettivi del bando
Il comune di Roma ha aperto un bando composto da tre lotti per un totale di 60 posti. Il primo lotto include i municipi I, II, III, IV e V e l’area regionale Rieti-Tivoli. Il secondo comprende i municipi dal VI al X e le province di Latina e Frosinone. L’ultimo lotto, invece, riguarda i municipi dall’XI al XV e l’area Civitavecchia-Viterbo. Il valore dell’importo della base d’asta è di 1 milione e 785 mila euro (cifra corrispondente al costo dell’operazione per l’amministrazione comunale) e destinatari sono tutte le famiglie che vivono nei campi rom intorno a Roma. L’obiettivo è di trovare organismi che operano nel sociale disposti ad impegnarsi su due livelli. La prima necessità è quella di dare alloggi ai rom, la seconda di offrire un servizio di accoglienza diffusa centrata.
Nel bando si legge la ricerca di un “sostegno all’inclusione attiva e all’accompagnamento educativo e di integrazione sociale”. Inoltre, il comune chiede che vengano elaborati progetti di educazione domestica e percorsi che aiutino le mamme e i papà a “sviluppare un’adeguata funzione genitoriale”. Obiettivi pregevoli che non incontrano, però, il favore dell’associazione 21 luglio.
Le contestazioni di 21 luglio
L’associazione 21 luglio impegnata da anni nella difesa dei diritti della comunità rom ha accolto il bando con diffidenza e ha usato dure parole. Il presidente Carlo Stasolla ha commentato “Tra il drammatico e il farsesco si va avanti così in un film già visto: politiche speciali fallimentari, denaro pubblico sperperato, campi che restano dove già si trovano. Con un pressapochismo, condito da stereotipi, che la fa da padrone e una mangiatoia che la Raggi, all’indomani di mafia Capitale, aveva solo a parole promesso di chiudere. Un bando scandaloso anzitutto per il chiaro approccio rieducativo e poi per lo sperpero di denaro pubblico. Ma soprattutto un atto che riconosce finalmente in maniera esplicita il fallimento del Piano rom, il capolavoro da applausi, come ebbe a definirlo Beppe Grillo”.
Le accuse pesanti del presidente dovranno venire smentite dall’amministrazione comunale e occorrerà dimostrare che le politiche previste dal bando possono funzionare. La ricerca di terzi enti che accompagnino i rom in un percorso di autosufficienza è nuovamente attiva e si spera non si riveli essere un nuovo fallimento.
Valentina Trogu