Le lezioni sono oramai finite e gli studenti, soprattutto i più grandi, hanno deciso di festeggiare la chiusura delle scuole con gavettoni e secchi d’acqua, il tutto nelle fontane storiche della città di Roma.
Chiusura scuole: le associazioni chiedono più sorveglianza per i parchi e le fontane
Molti studenti del liceo Giulio Cesare di Corso Triste, dopo aver ricevuto la sorpresa del cantautore romano Antonello Venditti nell’aula magna della scuola – nonché suo ex istituto -, si sono dati appuntamento per festeggiare la fine delle lezioni alla fontana di piazza Caprera: tra gavettoni e tuffi, gli studenti hanno così deciso di inaugurare la stagione estiva in una zona che è da tempo scenario della movida giovanile, nonostante le lamentele e proteste degli abitanti. Ma se la fontana di piazza Caprera, situata dietro l’istituto, ha una storia di soli vent’anni alle proprie spalle – realizzata per sostituirne una precedente che risale agli anni ‘50 -, non si può dire lo stesso di quella dei Cavalli di Villa Borghese. Realizzata nel XVIII secolo per desiderio di Marcantonio IV Borghese, la fontana ha sicuramente un grande valore artistico e culturale; lì, all’incrocio di quattro viali, gli studenti si sono incontrati mercoledì 8 giugno per fare il bagno, nuotare, schizzarsi e giocare. Attività che, per ovvi motivi, dovrebbero essere vietate nelle fontane pubbliche, in particolar modo in quelle che rientrano nel patrimonio artistico di una città.
Molte associazioni hanno richiesto un servizio di vigilanza specifico per le ville e i parchi storici della città di Roma, per evitare che gli studenti danneggino il patrimonio comunale. In una nota delle associazioni si legge: «A fare le spese di questi festeggiamenti sono soprattutto le ville storiche che ogni anno diventano loro malgrado scenografie di bagni nelle fontane e nei laghetti, molestie agli animali selvatici, abbandono di rifiuti come bombolette di schiuma, plastiche, cartoni di uova, palloncini colorati. Per non parlare delle offese al patrimonio botanico e dei vandalismi contro gli arredi».
Maria Claudia Merenda
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