C’è un soffio di vita soltanto, al Cinema Farnese l’8 Febbraio alle ore 21:00; alla presenza dei registi, l’On. Alessandro Zan e Mario Colamarino (presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli). Il film verrà proiettato anche mercoledì 9 febbraio sempre al Cinema Farnese alle 19.30.
Cinema Farnese, la proiezione del film C’è un soffio di vita soltanto
Al Cinema Farnese la proiezione del film C’è un soffio di vita soltanto, martedì 8 Febbraio ore 21:00.
Il film racconta l’emozionante e singolare storia di Lucy; la donna transessuale più anziana d’Italia. Tra le pochissime sopravvissute al campo di concentramento di Dachau, ancora in vita, è testimone diretta di uno dei momenti più bui e tragici della storia del Novecento. Il documentario, infatti, racconta un pezzo di storia italiana (e non solo) attraverso gli occhi di una persona; come tante allora è stata costretta a guardare l’orrore, ma ha saputo resistergli con forza e coraggio ineguagliabili.
Attraverso il racconto lucidissimo di Lucy, il film non solo affronta tematiche attuali come l’identità di genere, ma vuole anche far riflettere sull’importanza di continuare a mantenere intatta la propria personalità; nonostante i soprusi e i continui tentativi della società contemporanea di condannare, umiliare ed eliminare ogni accenno di diversità.
“Chi l’ha detto che una donna non può chiamarsi Luciano?”
Afferma la protagonista della storia nel corso del film.
Un elogio alla diversità
Botrugno e Coluccini, così, attraverso un affresco intimo e delicato, pongono allo spettatore riflessioni continue e mai scontate. E lo fanno direttamente con la voce di chi certi orrori li ha vissuti sulla propria pelle, perché le voci come quella di Lucy si stanno affievolendo e con loro la memoria collettiva sembra perdersi ogni giorno sempre di più.
C’è un soffio di vita soltanto è un inno alla vita e un elogio della diversità in tutta la sua bellezza. Perché Lucy è l’essenza stessa della diversità, una persona in perenne lotta per l’affermazione della propria identità, in un mondo che ancora oggi, troppo spesso, preferisce odiare piuttosto che comprendere.
I registi, così, realizzano un ritratto colmo di umanità di una donna che, con il suo vissuto, diviene metafora di un’intera comunità fatta di persone che non si arrendono e sanno fare tesoro del dono più prezioso della Storia: la memoria, come unico e insostituibile punto di partenza.