A margine dell’incontro con i vertici della Regione, il Sindaco del Comune di Ciampino, Daniela Ballico, ha bocciato l’introduzione del coprifuoco. Chi dovrebbe avere le idee chiare in merito all’emergenza, ha detto la prima cittadina, sembra testimoniare solo “grande confusione”. “A fare le spese di questa confusione – ha detto Ballico –, oltre alla imprese e al tessuto produttivo, sono proprio i Comuni, lasciati sempre più soli da Governo e Regioni che invece, durante un’emergenza di tale portata, dovrebbero tutelarli”.
Comune di Ciampino, il commento del sindaco sull’ordinanza
La Regione Lazio entra in confusione dopo ordinanza che introduce – da venerdì 23 ottobre – il coprifuoco dalle 24 alle 5 del mattino. In particolare, la sindaca di Cimapino ha espresso molto disappunto in merito alla decisione dei vertici della Regione, che paiono trapelare soltanto confusione. Non si tratta soltanto del coprifuoco, ma soprattutto dell’introduzione della didattica a distanza nelle scuole superiori e nelle università.
“Dopo averci fatto impazzire per l’acquisto dei famosi banchi con le rotelle e per modificare e riprogettare gli spazi in modo da garantire il distanziamento sociale di 1 metro – ha detto la prima cittadina -, adesso ci viene detto che il 50% degli studenti dei Licei e il 75% di quelli delle Università dovrà nuovamente tornare alla didattica a distanza“.
“A farne le spese – prosegue ancora – saranno proprio gli studenti, che rischiano un gravissimo vulnus di apprendimento ed emotivo nel loro percorso di formazione”. Nei paesi lontano dai centri urbani, ha fatto notare Ballico, ci sono ancora troppe difficoltà nella realizzazione delle DAD. Per questo motivo, la prima cittadina ha parlato di “un’altra grande occasione persa per tramutare in un’opportunità questa crisi sanitaria“.
Ciò che dovrebbe invece pensare la Regione è “provvedere a rinforzare il sistema di trasporto pubblico, con particolare attenzione per quello scolastico e l’intero sistema di tamponi e test rapidi, occupandosi di potenziare le ASL che attualmente funzionano in modo disomogeneo, con alcune che riescono a garantire uno standard qualitativo accettabile e altre che invece sono in sofferenza, abbandonate a loro stesse“.