“Altro che lockdown a Natale – ha avvertito Alessio D’Amato – dovremmo intervenire molto prima”. Secondo l’assessore alla Salute della Regione Lazio, infatti, il coprifuoco introdotto in Lombardia “andrebbe esteso a tutta l’Italia”. La sottovalutazione del rischio, purtroppo, è ancora troppo elevata. Il Prefetto, nel frattempo, sta studiando un piano per ridurre il rischio movida, introducendo il numero chiuso su piazze e vie ove si registrano i maggiori assembramenti di giovani.
Possibile coprifuoco nel Lazio?
“Con questo ritmo di crescita dei ricoveri e dei pazienti che necessitano un posto in terapia intensiva, il sistema ospedaliero non può resistere”. L’allarme che ha lanciato Alessio D’Amato è serio: occorre prendere da subito opportuni provvedimenti. La Lombardia, infatti, è stata la prima Regione a introdurre un orario di coprifuoco – dalle 23 alle 5 del mattino – che secondo l’assessore del Lazio “andrebbe esteso a tutta l’Italia”. Il premier Conte, invece, ha previsto – nell’ultimo Dpcm – la chiusura dei locali alle ore 24, ma nessuna limitazione alle uscite dei cittadini.
Della stessa linea di D’Amato era anche il ministro Roberto Speranza, che è stato però placato dall’istinto di “non chiusura” del premier Conte. D’Amato, inoltre, condivideva con Luca Zaia l’idea di ricorrere alla didattica a distanza almeno per gli studenti degli istituti superiori, in modo da ridurre anche la pressione sui trasporti. Nicola Zingaretti – presidente della Regione Lazio -, però, invitava D’Amato ad attenersi alle indicazioni del governo e a evitare balzi in avanti.
I numeri registrati nel Lazio, tuttavia, sono preoccupanti e continuano a salire: a Roma, ad esempio, sono 111 i pazienti ricoverati in terapia intensiva. Sono, invece, 1.130 i pazienti ricoverati in altri reparti, mentre solo un mese fa erano la metà (445). “Dobbiamo fermare ora l’aumento esponenziale dei contagi, prima che sia troppo tardi”, ha concluso D’Amato.