“Tesori nascosti” la rubrica che ci svela le bellezze della nostra regione oggi ci porta alla scoperta di Corchiano. Comune italiano della provincia di Viterbo, oggi conta circa 3 701 abitanti. L’antica città di Corchiano fin dai tempi della sua costruzione fu abitata dai Falisci, gli odierni abitanti di Civita Castellana, e dominio dei Farnese. Nonostante la città fosse ben attrezzata con 50 torri e possenti mura di cinta, cedette sotto i poderosi attacchi dei Barbari che la saccheggiarono e ne devastarono buona parte.
Gli abitanti abbandonarono la città rifugiandosi lungo i pendii della montagna circostante. Soltanto intorno all’anno 1000 la vecchia città si ripopolò. Sotto la guida del capitano Ranieri di Farolfo. Il nuovo insediamento era devoto alla dea Etrusca delle Messi: Hortia, da qui la città prese il nome di Hortiano. In quel periodo tutto sembrò rifiorire e molte furono le costruzioni di castelli che sorsero in quella zona. Varie mutazioni linguistiche hanno portato nel tempo alla trasformazione del nome Hortiano in Corchiano.

Corchiano e l’influenza degli Orsini e dei Farnese
Tra le varie famiglie che si avvicendarono alla guida del paese ci furono anche gli Orsini che vi rimasero fino al 1472. Sotto gli Orsini il feudo ebbe un grande sviluppo con la costruzione di ben 3 chiese : quella di Sant’Antonio, San Biagio e quella dedicata alla Madonna delle Grazie. Subito fuori Corchiano sorse anche la chiesa rinascimentale della Madonna del Soccorso attribuita a Giuliano da Sangallo risalente al XV secolo, riconosciuta e dichiarata nel 1902 Monumento Nazionale. Nel 1534 Hortiano entrò a far parte del Ducato di Castro, proprio per volontà di Paolo III Farnese. Costui poi donò il ducato al figlio Pier Luigi Farnese. Fu senza dubbio questo il periodo più prospero per l’architettura corchianese.
Come in ogni loro feudo e come fosse un marchio distintivo i Farnese costruirono una nuova rocca, che col passare del tempo andò in disuso. Abbattuta nel 1979, oggi ne rimangono solo alcuni monconi. Successivamente Corchiano passò alla Chiesa e ad altre signorie. Nel 1798 Corchiano fu occupata dalle truppe francesi e tornò sotto la Camera Apostolica fino all‘unità d’Italia, nel 1870.

Oggi custode di una riserva naturale
Il borgo conserva ancora oggi l’impianto medievale, con vicoli tortuosi e suggestive piazzette. Degno di nota è la Vecchia sede del Comune. In questo edificio nel 1878 si trasferì la sede comunale. Nello stesso periodo venne costruita la torre civica con l’orologio. In precedenza qui si trovavano gli Uffici della vecchia amministrazione dello Stato Pontificio. Sulle pareti interne del palazzo ci sono, discretamente conservati, affreschi sacri risalenti al XVI secolo, realizzati durante il periodo amministrativo della Chiesa. Nella sala consiliare, adibita a pinacoteca, sono esposte opere di pittura contemporanea.
Corchiano oltre al fascino del borgo, dei suoi vicoletti e delle chiese è custode di area naturalistica di grande pregio: Le forre di Corchiano. L’area si distende lungo il corso del Rio Fratta, un torrente che scorre all’interno della forra sotto al centro storico. Al suo interno si trovano caverne preistoriche, tagliate falische, antiche opere idrauliche, un ponte romano del III secolo d.C. e un tratto della Via Amerina. L’area protetta è stata designata Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2008.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Corchiano) photo credit: inagrofalisco.it