Dopo le misure anti-Covid emanate col nuovo Dpcm, il settore della cultura e dello spettacolo è stato sicuramente quello più colpito. La consigliera capitolina Eleonora Guadagno, in una nota stampa, sottolinea come la Capitale si stia muovendo verso una possibile riapertura del settore, già fin troppo colpito nello scorso lockdown. “Stiamo predisponendo un atto di indirizzo di iniziativa consiliare, da condividere trasversalmente con tutte le forze politiche dell’Assemblea Capitolina, per chiedere al Governo la riapertura di cinema, teatri e sale da concerto”.
Queste le parole della Guadagno, pronunciate al termine della seduta odierna della Commissione Cultura che presiede, dopo aver ascoltato le rappresentanze cinematografiche di Anica, CNA Cinema e audiovisivo, Anec Lazio, Ueci, Fidac, Film Commission Roma Lazio, Apa, Unione dei Circoli Cinematografici Arci, Adeci, Doc/it, Istituto Luce Cinecittà, Agici, nonché i rappresentanti sindacali Cgil, Cisl e Uil di settore.
Durante la seduta, infatti, si è cercato di portare l’appello corale della categoria, che il Campidoglio sta cercando di accogliere “Lo facciamo nostro, infatti. La nostra intenzione è quella di riconsiderare quanto previsto dal Dpcm. La scelta di chiudere le sale cinematografiche non è sostanziata da evidenze numeriche sui contagi dovuti alla frequentazione di questi spazi. Si invia un messaggio che etichetta i cinema, come anche i teatri o le sale da concerto, come spazi non sicuri. Invece, per il settore culturale sono stati elaborati dei protocolli molto rigidi che gli esercenti hanno seguito alla lettera e che garantiscono la protezione dei cittadini e degli operatori a livelli sicuramente maggiori rispetto ad altre occasioni di incontri sociali che rimangono consentiti. Per sostenere il settore cultura, che è già fortemente in crisi, auspichiamo che vengano predisposte immediate formule di ristoro, con un adeguamento delle somme stanziate a quelle previste in altri paesi europei, come la Francia. Chiediamo, inoltre, che non venga lasciato indietro nessuno degli operatori del cinema e dello spettacolo, con una ripartizione più equa delle risorse”.