Coronavirus e usura a Roma: come la crisi economica alimenta gli interessi criminali

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Il Coronavirus e la crisi economica di molte imprese causata dalla pandemia hanno incrementato, a Roma, fenomeni di illegalità a livello finanziario. In forti momenti di crisi come questo infatti, ad approfittarne è proprio la criminalità organizzata, che propone prestiti alle attività particolarmente in difficoltà.

L’analisi del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Roma Antonio Mura

Si è espresso a questo proposito il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello della Capitale, Antonio Mura: “L’usura continua ad essere uno dei fenomeni criminali tipici, e perciò più diffusi, della Capitale. Accanto ai soggetti che autonomamente si dedicano ai prestiti a tassi usurari (i “cravattari“), opera la criminalità organizzata che si dedica a tale attività criminale per ‘mettere a reddito’ i capitali accumulati e nello stesso tempo penetrare nel tessuto economico della città“. Ha sottolineato anche come, in momenti come questo: “Le reti di distribuzione di stupefacenti a domicilio e le attività finanziarie usurarie che si riconnettono alle situazioni critiche innescate sul versante economico dalla pandemia non si sono mai fermate“.

Imprese criminali in tempi di crisi si appropriano illecitamente della ricchezza 

Ha poi affermato il Procuratore Generale della Corte d’Appello di Roma: “Appare fondata la previsione che la situazione pandemica e la conseguente normativa emergenziale potrebbero paradossalmente determinare vantaggi competitivi per l’impresa criminale. Non può, dunque, non menzionarsi il ruolo decisivo delle istituzioni creditizie, operanti sul territorio, chiamate ad un’attiva segnalazione di operazioni anomale: attività quanto mai utile, considerata l’importante funzione di controllo che il sistema bancario svolge nell’analisi dell’autocertificazione e del riscontro delle condizioni legali di accesso al finanziamento delle imprese“.

Il periodo di emergenza sanitaria, con finanziamenti già erogati o in procinto di essere erogati, secondo Mura lascia anche “Intravedere interessi criminali impegnati in attività finalizzate all’illecita appropriazione della ricchezza, anche attraverso fattispecie di reato connesse ad autocertificazioni non veritiere per l’accesso ai finanziamenti ovvero per l’utilizzo improprio delle risorse“. 

Ha aggiunto Mura: “L’intento di promuovere forme di controllo sulle autocertificazioni, ovvero di scoraggiare e prevenire fenomeni criminali di varia natura, che potrebbero attecchire nel tessuto sano dell’imprenditoria, sono state oggetto delle riunioni con le competenti autorità che hanno visto la partecipazione dei procuratori del distretto in seno ai comitati tecnici. Gli Uffici interessati non hanno registrato, nel periodo considerato, procedimenti riguardo a fattispecie di reato connesse ad autocertificazioni non veritiere per l’accesso ai finanziamenti ovvero riguardanti l’utilizzo improprio delle risorse“. 

Aumentano a causa della crisi economica le denunce e gli infortuni sul lavoro

La pandemia, secondo Mora, ha anche influito sul numero di nuove denunce presentate. Ha spiegato infatti il Procuratore: “La sopravvenienza di procedimenti in materia di colpa professionale in vario modo connessa al Covid-19 è rilevante sotto l’aspetto sia quantitativo sia qualitativo. Colpisce come nei confronti delle varie autorità pubbliche titolari di poteri di decisione sia cospicua l’entità di denunce tra loro di segno diametralmente opposto, ossia circa 1.000 denunce lamentano l’inadeguatezza delle iniziative adottate per limitare la diffusione della pandemia; circa 500 contestano, invece, la legittimità delle misure restrittive disposte per garantire il distanziamento. Una parte di queste denunce, riunite in un unico procedimento, è stata inoltrata dalla Procura di Roma al Tribunale per i ministri, con richiesta di archiviazione“.

Anche gli infortuni sul lavoro sono aumentati notevolmente: “I reati di lesioni registrano un aumento considerevole (da 639 a 776 denunce), mentre in leggera flessione è il numero degli omicidi colposi con violazione della normativa sulla prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro (passati da 38 a 33)“.

Mura: “Incrementate le denunce per reati collegati alla famiglia

Da non sottovalutare è anche il consistente incremento, negli scorsi mesi, di reati connessi al sfera familiare. Secondo Mura, mentre sono calate le iscrizioni per reati contro il patrimonio, sono “, come ad esempio, per atti persecutori“. 

Nei procedimenti per reati di violenza di genere e domestica si nota come le denunce catalogate come “Codice rosso“, siano aumentate del 9% rispetto all’anno precedente nonostante, il lockdown. In particolare le denunce per il reato di lesioni personali (art. 582 codice penale) ha fatto registrare un aumento del 21% rispetto all’anno precedente, mentre le denunce per stalking registrano un aumento del 7%.

A causa del Covid nel 2020 il Tribunale di Roma è stato meno produttivo 

Un altro dato da considerare, è stato reso noto direttamente dalla sintesi statistica della relazione della Corte d’Appello di Roma sull’amministrazione della giustizia nel 2020, relativamente all’area penale: “Presso il Tribunale penale di Roma, nel periodo in esame, nel rito monocratico – dibattimentale, le pendenze sono passate da 22.226 a 25.874, con un incremento dell’arretrato di 3.648 unità (pari a + 16,41%). Nel rito collegiale le pendenze di fine periodo sono 2.797 a fronte delle 2.592 dell’anno precedente, con un incremento, pari a 205 unità  (+ 7,91%)“.

Infine: “Sono state pronunciate complessivamente 10.908 sentenze dibattimentali monocratiche a fronte delle 15.728 dell’anno precedente (- 40%); le sentenze collegiali sono state 3.371 a fronte delle 4.448 dell’anno precedente (- 32%); sono stati definiti complessivamente 13.188 processi con rito monocratico a fronte dei 17.337 dell’anno precedente (- 16,41%) e 1.113 processi con rito collegiale a fronte dei 1.424 del precedente periodo (- 7,91 %). Il decremento della produttività che tali dati evidenziano trova ragione, per come si è già detto, nella sospensione della trattazione dei processi ordinari sino all’11 maggio e poi nella rallentata ripresa dell’attività giurisdizionale, in relazione alla scarsa compatibilità fra le persistenti regole di distanziamento sociale e le pessime condizioni logistiche degli uffici del Tribunale penale di Roma“. 

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