Allarme rosso nelle carceri romane. Un detenuto di 66 anni è morto per colpa del Coronavirus a Rieti. Una situazione, quella pandemica, che potrebbe diventare molto preoccupante negli istituti penitenziari. È stato Stefano Anastasìa, il Garante dei detenuti della Regione Lazio, a lanciare un monito alle istituzioni governative nazionali e regionali attraverso una missiva spedita ad Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio.
Nella sua lettera, Anastasìa ricorda i casi di Covid-19 nel Lazio, a Rebibbia femminile, a Frosinone, a Regina Coeli e a Rebibbia Nuovo complesso. Nella programmazione nazionale, la somministrazione del vaccino ai detenuti e al personale in servizio presso gli istituti penitenziari avverrà solo nella terza fase della campagna vaccinale, dopo il personale sanitario, gli ospiti e gli operatori delle strutture socio-sanitarie, gli anziani, alcune specifiche categorie, i lavoratori dei servizi essenziali.
La lettera del Garante dei detenuti del Lazio a D’Amato dopo la morte per Coronavirus di un 66enne
Di seguito, ecco il corpo della lettera inviata all’attenzione della Regione Lazio da Stefano Anastasìa:
“È morto nell’ospedale di Rieti, dopo due settimane di ricovero, un detenuto di 66 anni, affetto da Covid: il primo nel 2021, il primo dall’inizio della pandemia nel Lazio, il tredicesimo (in Italia) di questa seconda ondata. In carcere, come nelle Rsa, continuano ad accendersi e spegnersi focolai Covid. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: nelle carceri, come nelle Rsa, bisognerebbe provvedere alle vaccinazioni in via prioritaria. Questa programmazione del Piano nazionale non tiene adeguatamente conto delle condizioni di rischio e di vulnerabilità alla diffusione del virus nelle comunità chiuse e, in particolare, negli istituti penitenziari, contrassegnati da condizioni igieniche precarie e un sovraffollamento che impediscono il dovuto rispetto delle ordinarie misure di prevenzione raccomandate alla generalità della popolazione. Nell’espletamento della campagna vaccinale nel Lazio sia data la giusta priorità alle persone private della libertà e, laddove per disposizione nazionale non fosse possibile altrimenti, sia garantita la immediata vaccinazione delle persone detenute ultra ottantenni e sin dall’inizio della seconda fase della campagna vaccinale la tempestiva vaccinazione degli ultra sessantenni e delle persone detenute di ogni età affette da comorbidità severa, immunodeficienza e/o fragilità”.
Seguici su Metropolitan Roma News