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Covid-19 e musica, il pensiero dei giovani cantautori romani

cesare blanc

Covid-19 e musica. Era il 10 marzo 2020. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in uno dei primi DPCM, la sera prima aveva annunciato la triste notizia: era necessario un lockdown nazionale.
Ansia, paura, disperazione. Tante sono state le reazioni degli italiani di fronte alla consapevolezza di dover mettere da parte la propria vita a causa di un fenomeno così improvviso e nemico: il covid-19.


L’epidemia del Coronavirus ha portato tanti disagi nel mondo e oggi continua a farlo, purtroppo, ancora oggi a distanza di mesi. L’Italia sta subendo un secondo colpo, una seconda ondata che ha rimesso in ginocchio l’economia del Paese, la salute fisica e mentale di migliaia di persone.
Se da una parte c’è chi affronta tutto questo confidando nel governo e nella speranza, d’altra parte molti italiani sentono di star sacrificando la propria vita davanti a questa piaga.

Alice Caronna – 19/04/2019, Piazza del Popolo (Roma)

Cultura alle strette causa covid-19


Covid e musica.Il pensiero di un possibile secondo confinamento, l’idea di non poter lavorare, studiare in serenità, di non avere libertà di muoversi, di viaggiare, di vivere sta schiacciando gran parte della popolazione.
I provvedimenti presi dal governo in merito al recente innalzamento dei casi di covid-19 in Italia hanno già fatto sentire il proprio peso. Le attività culturali sono pressocché sospese: cinema, teatri, musei, concerti. Tutto chiuso, tutto annullato.


Per un artista che fa della propria passione il proprio lavoro e la propria vita, ciò è assolutamente debilitante e alienante.
Qual è il ruolo della musica in tutto questo trambusto?
La musica è da sempre considerata valvola di sfogo, rifugio sicuro nei momenti di sconforto, amica in grado di capire le nostre più profonde inquietudini, mamma che ci comprende quando il mondo sembra non esserne in grado.

Marat © Officine K – Primo Maggio dei Castelli – Velletri (RM) – Serena De Angelis/Stefano D’Offizi – 2017

Covid e Musica, tra immobilismo e ispirazione


Covid e musica.Per questo è importante per noi sapere come il mondo della musica sta vivendo questo triste periodo, specialmente ora che si ritrova nuovamente a vivere nell’immobilismo. Abbiamo dunque voluto prendere in considerazione la parola di giovani cantanti emergenti del territorio romano in merito alla situazione presente.


Come vive un giovane artista, pieno di sogni e di speranze, un momento storico come quello attuale? Cos’è che gli dà forza e cosa invece lo fa sentire avvolto nel buio? E, soprattutto, come la musica riesce a liberarlo dalla negatività e dall’immobilità in cui siamo immersi? Abbiamo posto le nostre domande all’attenzione di Cesar Blanc, Alice Caronna, Piergiorgio Thunderstone (Malcomune), Chiazzetta e Marat. Artisti presenti sul territorio romano che hanno voluto condividere con noi i loro pareri in merito a quanto stiamo vivendo.

Cesare Blanc

1) Covid & Musica Cosa pensi del nuovo DPCM (Ottobre 2020) in merito al blocco delle attività culturali?


Chiazzetta:” (…) Le contraddizioni sono state molte nei vari DPCM. Parlando del mio settore, la musica, c’è stata sicuramente in primis una miopia nel confondere situazioni di aggregazione in generale (movida, discoteche) da quelle prettamente culturali (cinema e teatri) dove il livello di sicurezza è molto alto e anche il tipo di pubblico è diverso; penso al caso dei circoli Arci, da sempre promotori di cultura, che si sono trovati costretti a chiudere prima di altri e molti di loro potrebbero non avere la possibilità di riaprire più.”

Marat: “Penso che se i luoghi di assembramento sono pericolosi lo siano tutti. Se ce ne sono alcuni più pericolosi di altri allora questa divisione deve esistere sulla base di dati. I dati dicono che le attività culturali sono le meno pericolose. Cosa deduciamo? Che sono state bloccate perché sono considerate superflue umanamente ed economicamente. E sono inoltre -cosa forse a livello istituzionale più grave-, considerati di serie B i mestieri che gravitano intorno a questi luoghi. Penso che in Italia la cultura sia poco più che un gioco per il nostro governo e a cascata per molti cittadini.”

Piergiorgio Thunderstone

2) Come hai vissuto il lockdown dello scorso marzo e la ripartenza degli scorsi mesi?


Alice Caronna: “Il lockdown dello scorso marzo per me è stato traumatico all’inizio, abituarsi ai cambiamenti e soprattutto a costrizioni arrivate dall’esterno mi ha fatto stare male. Dopo le prime settimane difficili, ho iniziato a prendere tutto il positivo che potevo trovare in questa situazione e l’ho messo in pratica con la mia musica e con i rapporti interfamiliari.”

Cesare Blanc: “Il lockdown è stato un momento difficile come credo sia stato per tutti. Per quanto riguarda la ripartenza non so se così si possa chiamare visto che, per artisti emergenti come me, era già un momento difficile che ora vedo solo aggravarsi”.

Marat – ph. Francesca Zorretta

3) Covid & Musica – C’è una canzone (o album) che stai ascoltando e secondo te porta un messaggio di speranza e forza in questo momento difficile?

Piergiorgio Thunderstone: “ Nel periodo della quarantena ho ascoltato molta musica, forse persino più di quanta già non ne ascoltassi in passato. C’è una canzone in particolare che ascolto spesso quando ho bisogno di vibes positive, California Dreamin dei Mamas & the Papas. È una pietra miliare degli anni ‘60 e ne racchiude appieno le sonorità cardini. Mi porta con la fantasia in un mondo fatto di speranza e spensieratezza.”

Marat: “Tutta la musica che mi piace mi dà queste sensazioni. Quella unita a delle nuove canzoni che ogni tanto abbozzo. Se dovessi dare un titolo comunque direi il nuovo disco di Samuele Bersani che ho aspettato davvero tantissimo. A prescindere da tutto comunica quanto il nostro lavoro non sia in nessun modo un hobby ma una necessità prima nostra e poi di chi vuole fuggire da una realtà sempre più deprimente.”

Piergiorgio Thunderstone – Malcomune – live Bevere Roma

4) Covid & musica – Molte persone si sentono emotivamente “bloccate” in questo duro momento storico. Tu sei riuscito/a a trovare stimoli per creare musica, o ti sei sentito/a perso/a?


Cesare Blanc: “Devo ammettere che mi sono sentito un po’ perso e che la mia produzione ha subito un blocco, sia per mancanza di socialità (dunque di emozioni), sia perché oggi guardare al futuro fa un po’ paura”.


Chiazzetta: “Su 9 dischi che ho fatto, due hanno come tema centrale la difficoltà di fare questo mestiere in Italia per quelli che non arrivano al palazzetto o negli stadi. Sono però contento che questa questione sia arrivata a molta gente, nel bene e nel male”.

Chiazzetta, Road Art Fest

5) Covid & musica – Cosa consigli ai nostri lettori su come affrontare i prossimi mesi?


Piergiorgio Thunderstone: “Non credo di potermi permettere di consigliare cosa sia bene o male per persone che non conosco. Penso che ogni situazione particolare meriti di essere affrontata in modo differente. Posso però dire, partendo dalla mia esperienza e riflettendo su ciò che mi ha fatto stare bene, che impiegare il proprio tempo coltivando le passioni che ci fanno sentire vivi, risulti sicuramente una scelta giusta. Inoltre, potrà suonare un’affermazione banale ma ne sto cogliendo il pieno significato in questi strani tempi, consiglierei a tutti di riflettere sulla “bellezza delle piccole cose”. “Cose” che prima magari davamo per scontate.”

Alice Caronna: “Non so come affrontare io stessa i prossimi mesi, quindi non so bene cosa consigliare ai lettori se non pazienza, pensieri positivi e MUSICA.”

Cesare Blanc, Soundreef

Musica, tanta musica ci consigliano i nostri intervistati. E così sia: rifugiarsi nella bellezza delle cose semplici, dell’arte, delle nostre passioni. Ricordare i valori importanti che permeano la nostra vita, tutte quelle “piccole cose” che nella vita frettolosa del Ventunesimo secolo sembrano scontate. Qualcuno diceva che “ci si accorge di ciò che si ha solo quando lo si perde“. Qualcun altro aggiungeva che “tutto muore ma la musica resta per sempre“. E allora proviamo ad affrontare questo momento storico con le cuffie nelle orecchie, abbandonandoci alle emozioni che solo l’arte può offrire.

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