Il Sindacato del Penitenziario di Rebibbia ha denunciato quanto accaduto. Il criminale avrebbe distrutto una cella, attaccato gli agenti e creato disordine all’interno del carcere. Provvedimenti in atto.
La denuncia del Sappe
Nel reparto G12 del penitenziario di Rebibbia si sarebbe consumata un’aggressione che avrebbe coinvolto 8 agenti lì in servizio. Un detenuto, in un momento d’ira, distrugge la cella e si avventa contro gli agenti lì presenti, provocando ferite e lesioni gravi. In merito all’accaduto, prende la parola il Segretario Generale del Sindacato del Penitenziario – Donato Capece: “Il detenuto nigeriano domenica scorsa ha letteralmente distrutto la cella per poi lanciare pezzi di ceramica fuori dalla cella attraverso lo spioncino che aveva rotto“.
Continua dichiarando che “L’uomo ha colpito due poliziotti, fortunatamente non in maniera grave, che cercavano di fare proseguire le attività del Reparto in favore degli altri ristretti, tutti particolari e problematici. La situazione è diventata esplosiva e si è reso necessario intervenire, ma il detenuto ha colpito con una gamba del tavolo chiunque gli si parava davanti e solo grazie ai dispositivi di sicurezza e alla professionalità si è riusciti a fare uscire dalla cella il detenuto. Otto colleghi hanno riportato traumi e lesioni“. Non sono ammessi atti di vandalismo e azioni violente in un luogo che mira alla rieducazione sociale dell’incriminato.
Episodi come questo sono all’ordine del giorno. Gli agenti che prestano servizio al carcere di Rebibbia temono ogni giorno per la loro incolumità. Ragion per cui il Sappe denuncia l’accaduto e richiede più vigilanza per il personale.
Denuncia Capace: “Il Sappe stigmatizza la mancata assunzione di provvedimenti da parte del Ministero della Giustizia a tutela dei poliziotti penitenziari sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti. Gli eventi critici contro gli appartenenti alla polizia penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa, accentuati anche dalla scellerata vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali. Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la polizia penitenziaria continuano“.
Simonetta Chiariello.
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