Cripta dei Cappuccini di via Veneto: a Roma si scende nell’Aldilà

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A pochi passi da via Veneto, zona della dolce vita e a ridosso della fastosa Piazza Barberini che ospita la famosa fontana dell’omonimo artista, c’è un luogo che incarna alla perfezione il lato oscuro di Roma, la Cripta dei Cappuccini. Posta sotto la chiesa di Santa Maria della Concezione, è un luogo tanto famoso quanto inquietante, che fa riflettere sul valore della vita e sulla morte. E’ un’esperienza forte e consigliata a chi ben sopporta la vista delle ossa umane.

La cripta e la chiesa erano annesse ad un convento di frati Cappuccini costruito nella prima metà del ‘600 per volere di papa Urbano VIII. Nell‘800 però per tracciare via Veneto demolirono il convento e risparmiarono la chiesa e la cripta sottostante.

Nella foto l'interno della Cripta dei Cappuccini  photo credit: passaggilenti.com
Nella foto l’interno della Cripta dei Cappuccini photo credit: passaggilenti.com

La Cripta dei Cappuccini: il lato oscuro di Roma

La cripta ospita anche un museo che raccoglie documenti, opere d’arte, oggetti sacri e cimeli vari, provenienti da tutto il mondo, per raccontare la lunga storia dei frati Cappuccini e di questa chiesa in particolare. L’ingresso nella cripta avviene attraverso una scala che proietta il visitatore in un ambiente assolutamente diverso con un cambio repentino dell’atmosfera.

La cripta consiste in un lungo corridoio sul quale si affacciano cinque piccole cappelle. Tutto l’ambiente è decorato con ossa umane ordinatamente composte a creare complessi motivi. I resti appartengono ad oltre 4000 frati vissuti nel convento e morti tra il 1500 e il 1800.

Nella foto l'interno della  "Cappella dei tre frati"  photo credit: archeoguide.wordpress.com
Nella foto l’interno della “Cappella dei tre frati” photo credit: archeoguide.wordpress.com

Il “Memento mori” e la vita oltre la morte

I ricorrenti simboli della morte come clessidre, orologi e farfalle sono interamente realizzati con le ossa. Dal soffitto pendono lampadari fatti con falangi e coccigi. Alle pareti sono ammassate migliaia di tibie, femori e teschi che creano nicchie e strutture che accolgono scheletri vestiti con il saio di alcuni frati. Varie sono le cappelle dedicate all’uso prevalente di un osso. Troveremo quindi la cappella delle tibie, quella dei bacini e quella dei teschi. Di seguito poi quella detta dei tre scheletri, che mostra tre scheletri intatti, e quella della resurrezione.

L’impiego delle ossa umane a creare oggetti e strutture architettoniche prescinde dal valore spirituale. Assume infatti un nuovo significato, che per un verso ricorda il “Memento mori” ( motto dei frati trappisti che tradotto dal latino significa “Ricordati che devi morire“) e dall’altro propone la visione della vita eterna. Qualcosa che va oltre la morte, espressa attraverso un linguaggio artistico. Come è facile immaginare all’interno della cripta è vietato scattare foto, realizzare filmati e toccare le installazioni.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (Cripta dei Cappuccini) photo credit: viaggiverdeacido.com

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