Il 13 Febbraio all’Officina Pasolini delizia e infiamma il pubblico l’incredibile Cristina Donà, intervistata da Enrico Deregibus e accompagnata al pianoforte e alla chitarra da Saverio Lanza.
Un connubio perfetto quello dei tre professionisti che giostrano il palcoscenico tra sorrisi e intense emozioni, dal contatto diretto col pubblico all’intimità dei ricordi più cari di Cristina. Dall’atmosfera ieratica e gioiosa, la serata ha sicuramente colpito la platea, a dimostrarlo l’orario di chiusura posticipato dai bis super richiesti.
L’intervista conquista il pubblico

Enrico Deregibus, noto professionista nel campo giornalistico, presenta questa serata così ricca e variegata. Introduce Cristina al pubblico che fin da subito si mostra caloroso ed accogliente con lei. Enrico e Cristina partono da uno dei temi più discussi del momento, il Festival di Sanremo appena conclusosi, ricordando quello del 2007 in cui l’artista ha cantato in coppia con Nada il brano “Luna in piena” nella sera dedicata ai duetti. Peccato per la sua voce, rivela Cristina, che era del tutto assente durante la messa in onda. Il fonico aveva giustificato la pecca motivando la voce di Nada più potente di quella di Cristina. Ma lei non si abbatte e, anzi, dichiara: “Meglio muta che stonata”.
Sono diversi i racconti che la voce di “Stelle Buone” porta davanti al pubblico dell’Officina Pasolini: a partire dall’Accademia di belle arti di Brera, alla sua esperienza come assistente alla scenografia, in cui affiancava uno scenografo olandese di cui non ha rivelato il nome. Nel 1990, ai tempi dell’Accademia, Cristina è protagonista dell’organizzazione del concerto di fine anno in cui numerose furono le personalità di spicco che presero parte, da Dario Fo a Dario Argento, tanto per citarne un paio, invitando a suonare gli Afterhours e i The Carnival of Fools. Cristina procede spaziando dall’influenza subita dall’artista Bruce Springsteen, con annessi divertenti aneddoti sul suo primo concerto, all’incredibile lavoro di Davide Sapienza, critico musicale che è stato determinante per la sua carriera.
Cristina Donà, l’intervista di Enrico Deregibus: il primo disco
Fa il suo ingresso nel mondo della musica nel 1991, aprendo il concerto degli Afterhours in occasione del tour During Christine’s Spleep. Nel 1995 arriva terza al premio Ciampi, ed è in quest’anno che inizia a capire quale sarà il suo futuro. Il primo disco è affidato alla professionalità di Manuel Agnelli, fondatore degli Afterhours, altro riferimento fondamentale per la Donà, che successivamente salverà anche il suo secondo disco. “Manuel sapeva vedere all’interno della mia personalità”, racconta Cristina, “Tu ti fidi, ma non ti affidi”. Sono le parole rimaste impresse nella mente e nel cuore della cantautrice, che l’avevano colpita a tal punto di lasciarsi andare professionalmente all’esperienza del produttore. Cristina non era poco esigente, ma pian piano sentiva la giusta sintonia tra chitarra e voce prendere forma. Debutta nel 1996 con “Matrilineare” seguito nel 1997 da “Tregua”, pubblicato da Mescal.
Il successo è immediato: arriva la prima Targa Tenco, e arrivano anche l’apprezzamento e i complimenti di Robert Wyatt, che segnala “Tregua” sull’intervista musicale Mojo come uno dei suoi dischi preferiti di quell’anno. Il secondo disco doveva essere prodotto da Mauro Pagani, ma per divergenze e problemi personali su cui l’artista non si è soffermata, verrà poi appunto concretizzato da Agnelli. “Goccia” sancisce il successo degli anni 2000, il cui videoclip vanta proprio la presenza di Robert Wyatt, dall’assoluta disponibilità, e la cui casa, svela Cristina, è stata utilizzata proprio per le riprese.
Cristina Donà: “Menopausa, più musica”
Cristina Donà affronta un’importante questione culturale: la scelta atipica del rock come fonte di ispirazione e stile musicale. La sua carriera da cantautrice inizia relativamente tardi, all’età di 23 anni. Ricorda di essere ormai stanca di “Cantare parole d’altri”, di sentire il bisogno di raccontare la sua visione delle cose, il suo punto di vista, e di farlo con le sue parole. Per anni aveva interpretato i brani degli altri, un’esperienza che sicuramente era stata performante per lei, e che definisce come “Cucire un vestito con la tua stoffa ma sull’ossatura di un altro”. Così, con questa prospettiva, inizia la sua incredibile carriera, in cui riesce a mantenere fede alla sua personalità artistica, nonostante i contesti dominanti.
Uno dei suoi ricordi più belli è quello legato a Francesco De Gregori, e con il cui ha cantato “La donna cannone” davanti a cinquanta mila persone in Piazza San Carlo. Divertente, esuberante, carismatica e brillante, Cristina Donà dimostra una personalità di grande spessore, che non tradisce assolutamente la sua anima rock:
“Il rock è donna. il rock è quella scintilla. il rock è quando sei mestruata. ma adesso per me è menopausa, più musica.”
Cristina Donà
Maddalena Barnabà
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