Fin dalla sua prima comparsa, risalente a metà degli anni ’60, il punk è stato sempre associato a voci che cantavano di ribellioni, denunce sociali e anarchia ma mai d’amore. Eppure, la sera del 23 gennaio, Diego Naska esibendosi presso lo Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica, ha smantellato questo stereotipo e citando direttamente la biografia del suo account Instagram, ha portato in scena un concerto “Romantic but still Punk”.
Diego Naska all’Auditorium, il Rebel Unplugged Tour non è soltanto punk








Ebbene, il Rebel Unplugged Tour è approdato nella Capitale: quella del 23 gennaio è stata la seconda e ultima serata delle due date previste nel Lazio, totalizzando l’ennesimo sold out. Come già anticipato dal nome, questo tour ha la particolarità di essere suonato completamente in versione acustica e così, quei pezzi che normalmente raccontano sentimenti ed emozioni intime e sono movimentati da ritmi tipici del pop punk, vengono riarrangiati in una chiave più classica e delicata, creando un equilibrio perfetto tra melodia e temi cantati.
Naska, al secolo Diego Caterbetti, in questa maniera, risponde perfettamente alla domanda posta inizialmente: “Chi ha detto che il punk non è romantico?“. In una società in cui ormai ci si è troppo spesso abituati a trattare il brutto che ci circonda come normalità, forse, parlare d’amore senza paura è un vero atto di rivoluzione, qualcosa di veramente punk.
Naska in concerto a Roma ma le origini non si dimenticano
Il giovane cantautore, dotato di grande simpatia, ha intrattenuto il proprio pubblico scherzando con spontaneità e, attraverso i suoi brani autobiografici, si è raccontato. Iniziando con “Rebel“, ha eseguito una scaletta che si è rivelata essere un vero excursus celebrativo del proprio percorso artistico e di vita: ogni canzone è stata presentata da una versione Ciceronesca di Diego che ha spiegato con precisione cosa l’ha portato a comporla ripercorrendo, in questo modo, le tappe, più o meno buie, che l’hanno portato a raggiungere il successo che lo sta attualmente coinvolgendo, e così si sono alternate “Tu che ne sai“, “Spezzami il cuore“, “Sette su sette“, “Mamma non mi parla“, “California“, “Dormi“, “A letto sveglio“, “Polly“, “Horror“, “Vaffanculo per sempre“, “Settembre“, “O mi uccidi“, alternandole alle cover di “I Miss You” dei Blink-182 e “Welcome To The Black Parade” dei My Chemical Romance, tutte eseguite dalla band composta da Renzo Stone e Carlo Capobianco alle chitarre e infine, la nuova aggiunta, Gabriele Montanari al violoncello.
Risulta evidente come, nonostante si stia avvicinando sempre più a una maggiore visibilità, Naska non dimentichi la propria provenienza e gli affetti più veri, anzi, ci tiene particolarmente a far sì che siano costantemente presenti in ciò che fa: a partire dal proprio nome d’arte, “Naska” è per l’appunto il soprannome con cui veniva chiamato suo nonno, e il titolo del suo album che dà omonimia al tour, “Rebel”, altro non è che il nome di sua nipote. A seguire le date romane la tappa marchigiana di Civitanova Marche, che il cantante ha raccontato così manifestando un forte spirito d’appartenenza, proprio a testimonianza di quanto casa sia sempre casa e che non c’è orgoglio più grande di dimostrare, nel luogo dove tutto è iniziato, cosa si è diventati.
Per concludere la serata, l’artista ha suonato in anteprima il nuovo singolo, “Cattiva“, che uscirà ufficialmente su tutti i digital stores il 27 gennaio. Dalle sue parole, ha lasciato intendere di avere in uscita un nuovo album e, meno implicitamente, ha salutato con un arrivederci, dandoci appuntamento a quest’estate per tornare a cantare tutti insieme sotto al palco. Dunque non ci resta che stringere i denti e attendere pazientemente il ritorno del bello e dannato dal cuore di panna.
Articolo di Valentina Galante
Le immagini sono a cura di © Ludovica Casula
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