Una situazione forse unica alla quale abituarsi non è certo facile. Due Papi in Vaticano non si erano mai visti prima del febbraio 2013. Eppure, nella lunga storia del papato ci sono stati Papi dimissionari, altri rinchiusi e subito sostituiti al comando della Chiesa, accavallamenti temporanei. Di tempi bui la Chiesa ne ha conosciuti anche quando sono convissuti contemporaneamente Papi e antipapi ,ma due Papi in carica, no. Ed ecco sorgere il “problema“.
Ratzinger-Bergoglio due Papi in Vaticano. Un falso mito questo che la Chiesa ha cercato fin da subito di non alimentare. Per ben capire questo “dualismo” e la sinergia che indiscutibilmente lega i due massimi rappresentanti della chiesa cattolica è meglio fare un passo indietro. Utile è ripercorrere gli eventi vissuti dai due che negli anni li hanno portati a ritrovarsi entrambi a capo dello Stato Pontificio contemporaneamente.

La storia
Joseph Ratzinger fu per oltre 20 anni primo collaboratore di Giovanni Paolo II come cardinale prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, l‘ex Sant’ Uffizio. Profondo conoscitore della teologia, scrisse testi sul cristianesimo e sulla vita di Gesù Cristo che ben presto divennero veri e propri best-seller a livello mondiale. Nell’aprile del 2005, dopo la morte di Papa Wojtyla, Ratzinger si trovò catapultato in una situazione delicatissima. Eletto Papa assunse il nome di Benedetto XVI. Il suo pontificato, durato circa 8 anni, è stato nel tempo più volte scosso da eventi non sempre belli, e da alcuni decisamente tragici. Tra tutti l’esplosione degli scandali di pedofilia tra i preti a forte tradizione cattolica in aree come il Nord Europa e l’America del Nord.
A questo si aggiunsero gli scandali finanziari dello Ior. L’Istituto per le Opere di Religione (la banca vaticana) fu accusata dalla magistratura romana di essere responsabile di operazioni poco chiare e persino poco “pulite”. Le vicende ridussero ai minimi termini la credibilità del Vaticano (anche) in materia finanziaria. Provato nel corpo e nello spirito si rese conto di non avere più le energie giuste per guidare la Chiesa. Così il 28 febbraio 2013 “rinunciò” a portare avanti il suo pontificato. La decisione di certo creò non poco scompiglio, sia tra le dorate stanze del Vaticano sia tra i fedeli. Cosi in gran fretta si proclamò l’indizione del Conclave che la sera del 13 marzo portò all’elezione al soglio pontificio di Bergoglio.

Due papi, un unico obiettivo
Vero è che il feeling tra i due parte da lontano. Sostenutisi più volte nel loro “cammino” verso la massima carica ecclesiastica, si arriva al 2005 quando l’allora cardinale Bergoglio nel conclave di quell’anno rinunciò volontariamente all’elezione facendo confluire i suoi voti su Ratzinger. Dopo i difficili 8 anni di Papato di Benedetto XVI e dopo la sua rinuncia, appena raggiunto il quorum necessario all’elezione papale, Bergoglio si rese disponibile a guidare la Chiesa.
La situazione dell’esistenza di due papi in Vaticano fu avvenimento storico che portò quasi a minare i valori del cristianesimo. Il massimo fondamento per l’appunto prevede un solo “verbo” una sola “parola“. A risolvere la delicata situazione fu proprio Ratzinger divenuto “Papa Emerito“. Apertamente e pubblicamente Ratzinger infatti dichiarò “incondizionata reverenza e obbedienza” al neo eletto Vescovo di Roma.
Tra i due Papi, il rapporto di stima reciproca e affetto che li lega da sempre è nel tempo apparso limpido agli occhi della comunità. Nessun dualismo ma un reciproco sostegno al raggiungimento di un unico obiettivo. La pace tra i popoli e le varie comunità religiose. A testimonianza della chiara distinzione dei ruoli che non divide negli intenti ci sono i numerosi incontri tra Ratzinger e Bergoglio, al punto che hanno persino firmato insieme la prima enciclica del pontificato di Bergoglio, la Lumen Fidei.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Due Papi) photo credit:avvenire.it