Difficoltà nel far decollare l’Ecobonus nella città di Roma. Permetterebbe detrazioni del 110% per le ristrutturazioni a carattere energetico. Ma quali sono le motivazioni che rallentano le pratiche?
A spiegare le motivazioni è il vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma: “Il problema principale è la legittimità urbanistica”
Ecobonus e legittimità urbanistica sembrano essere un binomio particolarmente discusso sul territorio di Roma. La vicenda pare riguardare il bonus edilizio che fa fatica a decollare nella Capitale italiana. Secondo gli addetti ai lavori e gli organi competenti, tale bonus corrisponderebbe ad una detrazione del 110% per le ristrutturazioni che comportino una riqualificazione energetica, ma che faticano nelle concessioni a privati e condomini. A spiegare la questione è il vicepresidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, Christian Rocchi, che in un’intervista rilasciata a Roma Today afferma:
“Il problema principale alla base è la questione della legittimità urbanistica. È possibile presentare richiesta di detrazione al 110 per cento solo se la provenienza urbanistica del bene è perfettamente legittima… Questa attestazione è necessaria per qualsiasi tipo di intervento edilizio non solo per le detrazioni al 110 per cento”. Per dimostrarla ci sono tre possibilità: “I documenti del primo accatastamento, la concessione in sanatoria relativa a uno dei tre condoni e la licenza edilizia che oggi è chiamata permesso a costruire”.
Secondo il vicepresidente dell’ordine di Roma, il problema pare riguardare soprattutto gli immobili costruiti tra il ’39 e il ’67 e la mancanza di criteri di legittimità urbanistica stringenti. Tali edifici rientrano in un periodo in cui successivamente a quella fascia sono subentrati alcuni dei vincoli, sia diretti sia di ‘area’ come quelli paesaggistici, che interessano molti edifici della Capitale il cui centro storico è riconosciuto come patrimonio Unesco.
“Anche in questo caso l’accertamento di conformità urbanistica richiede diverso tempo. In relazione a questo iter sono due gli esiti possibili: se la difformità è coerente con i vincoli viene richiesto di pagare una sanzione all’amministrazione ma non è necessaria alcuna messa in ripristino. Nel caso in cui la difformità invece ci sia l’ente preposto sono le sovrintendenze ministeriali”- continua Rocchi– “Solo al termine di questo iter è possibile richiedere al Comune l’accertamento della conformità urbanistica”.
Per tali motivi l’Ordine degli Architetti ha pensato alla richiesta di una proroga dello strumento e l’introduzione di modalità più semplici per richiedere l’accertamento di conformità, riconoscendo le eventuali difformità come “piccole” e “non sostanziali”.
Continua l’intervista
Anche l’organizzazione dell’archivio del Comune di Roma va ridiscussa. Un problema già sollevato durante la quarantena dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma, Flavio Mangione.
“Il primo passo per attestare la legittimità urbanistica è l’accesso all’archivio comunale”, conclude Rocchi. “Il Comune sta procedendo con la scannerizzazione dei documenti ma moltissimi sono ancora cartacei ed è difficile trovarli. A volte i documenti ricercati sono all’interno di altri fascicoli. Per ottenere una risposta ci vuole molto tempo, anche quattro o cinque mesi e quando la risposta arriva, nella maggior parte dei casi ci sono difformità. Due anni non bastano… Per accedere alle detrazioni del 110 per cento il tecnico deve rilasciare un alto numero di asseverazioni e se certifica qualcosa di inesatto in sede di giudizio potrebbe essere chiamato a versare allo Stato ciò che lo Stato ha dato al cliente”
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