Elezioni a Roma: la chiusura di Gualtieri non va giù a Letta, che apre al dialogo. Conte: “percorso autoreferenziale”
Elezioni a Roma: esclusione dei pentastellati dal Governo?
Elezioni a Roma: “hanno lasciato un disastro epocale”, queste le parole sui pentastellati che hanno gestito la Capitale fino ad ora. Il nodo sostanziale della discussione resta proprio la loro esclusione dal governo della città. Gualtieri ribadisce: “Se confermo che non ci saranno i 5 Stelle in giunta? L’ho detto, noi siamo abituati a fare ciò che diciamo”. A sostegno dell’ex Ministro dell’Economia, il leader d’Azione Calenda, che si schiera completamente “perché mi corrisponde di più, Michetti non ha uno straccio di programma e di classe dirigente”. Interviene anche il segretario del Nazareno, Enrico Letta, che in questa fase gestisce i negoziati rilanciando il “modello Siena”. “Nei prossimi giorni cercherò Calenda, Conte e Renzi e, più in generale, tutti coloro con cui possiamo dialogare. Non sarà un apparentamento, ma una proposta ai cittadini. La sfida ora è tra noi e la destra, il ballottaggio non è la continuazione del primo turno”.
Elezioni a Roma, parla Conte: “Sta facendo un percorso autoreferenziale, mi sembra quantomeno arrogante”
Elezioni a Roma: le parole di Conte fanno trasparire un chiaro disappunto per la mossa di Calenda, in qualche modo destinata a minare l’intesa Pd-M5S: “Sta facendo un percorso autoreferenziale. Siamo orgogliosamente forti della nostra storia, lui è all’inizio di un cammino politico nazionale e quindi dettare condizioni agli altri mi sembra quantomeno arrogante”. Più indignata Roberta Lombardi, assessora grillina alla Transizione ecologica nella giunta Zingaretti. “Interessante che mentre il M5S dà prova di apertura al dialogo a tutti i livelli, una certa sinistra radical chic continui a guardare il M5S con senso di superiorità” dice. Se non fosse che i calendiani si blindano e alzano la posta: “Il Pd chiarisca se l’esclusione riguarda solo i politici M5S o anche i tecnici. Non vorremmo che Gualtieri inserisse in squadra qualche collega dello studio di Conte”. Nel frattempo l’ex ministro del Tesoro, che lunedì incontrerà Virginia Raggi, si prepara al comizio finale del 16 ottobre in piazza San Giovanni, storica roccaforte della sinistra, poi espugnata dal V-Day grillino. Dalle parti di Enrico Michetti, che invece vedrà la sindaca uscente venerdì, si ragiona su come rimpolpare il vantaggio di soli tre punti sull’avversario di centrosinistra. La linea ufficiale vuole che l’unico sherpa sia il programma, ma dietro le quinte sono già partiti i negoziati.
Elezioni a Roma: chi potrebbe sostenere Michetti?
Il “tribuno” lanciato da Giorgia Meloni potrebbe pescare consensi sia tra i pentastellati, elettorato fluido più sensibile al voto d’opinione, sia tra i sostenitori di Calenda. Raggi, dopo aver esortato gli avversari a lasciare da parte l’acredine per il bene di Roma, prova ad accreditarsi e a restare in pista con l’invito in Campidoglio rivolto a Gualtieri e Michetti “per fare il punto sui dossier più importanti, tra cui la candidatura a Expo 2030, percorso che deve continuare ad ogni costo”.
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