Emergenza cinghiali: installate recinzioni elettrosaldate nelle aree verdi

In relazione all’emergenza cinghiali si è deciso di recintare i percorsi utilizzati per accedere alle aree urbanizzate. Gubbiotti, di RomaNatura, afferma: “Bene, ma serve impegno anche per ridurre i capi”.

Emergenza cinghiali tra i cassonetti: cosa fare?

Il Campidoglio, di concerto con l’ex provincia, la Regione, l’Ispra e tutti coloro che sono coinvolti nella gestione della fauna selvatica, hanno deciso i provvedimenti da prendere e introdurre. L’idea è quella di utilizzare delle recinzioni elettrosaldate e far in modo da avere cassonetti puliti. L’assessora all’ambiente ed ai rifiuti Sabrina Alfonsi ha affermato: “Già nei prossimi giorni, sulle aree di competenza comunale, grazie alla dettagliata mappatura di tutti i varchi di passaggio degli ungulati effettuata in XIV Municipio, partiranno i lavori di installazione di recinzioni elettrosaldate posizionate anche in profondità per resistere agli scavi”.

L’assessorato capitolino è sostenitore e fautore di una tavola rotonda organizzata per risolvere il problema del “controllo ed il contenimento dei cinghiali”. Hanno partecipato gli Enti parco, i Municipi, e la Polizia di Roma Capitale. Analogamente a ciò che è stato fatto nel XIV Municipio, è in fase di completamento anche la mappatura nel Municipio XV, la quale è un’ulteriore zona critica per l’accesso dei cinghiali nelle zone abitate.

Per l’emergenza cinghiali interviene Ama

Il tracciamento dei percorsi che sono abitualmente seguiti dai cinghiali, mostra che gli ungulati arrivano in città seguendo un percorso che parte dal parco di Veio ed arriva fino alla riserva dell’Insugherata ed a quella di Monte Mario. La mappatura permetterà di risolvere anche un altro compito che tira in ballo l’azienda municipalizzata ai rifiuti. Alfonsi spiega che “grazie alle mappature anche AMA può intervenire in modo mirato per svuotamento e pulizia delle postazioni di cassonetti vicine ai varchi ed eventualmente riposizionarle”.

L’intento del comune, che già nel 2019 aveva sottoscritto un protocollo con Regione e Città Metropolitana per affrontare l’emergenza cinghiali, è molto evidente. Non si ha però la certezza che funzioni o che sia sufficiente. Maurizio Gubbiotti, il presidente dell’ente RomaNatura fa sapere: “Anche noi ci impegneremo a sistemare delle recinzioni, con uno stanziamento di circa 70mila euro, però non è con le sole recinzioni che si possa affrontare il problema in una città che vanta 84mila ettari di aree protette, non è che la questione possa essere affrontata solo con le recinzioni”.

Si alle reti elettrosaldate, ma prima si deve ridurre il numero degli ungulati

Per il presidente di RomaNatura, le intenzioni dell’attuale amministrazione sono da rivedere. Infatti, Maurizio Gubbiotti afferma: “Intanto, come serviva prima, anche adesso occorre che l’amministrazione lascia la città pulita” ha ricordato. Perché, i rifiuti, sono un potente fattore di attrazione per gli ungulati. “Le recinzioni possono essere utili nell’ottica di contenere la fuoriuscita dei cinghiali dal loro habitat. Però occorre lavorare anche per ridurre il numero di questi esemplari”. Il modo migliore per fare ciò è quello previsto nei piani di contenimento della specie e cioè quello che prevede la loro cattura.

Il numero uno di RomaNatura dice: “Il Comune deve dare una mano in più ai parchi ad effettuare questa catture, cosa che può fare garantendo il presidio delle gabbie”. Le azioni di sabotaggio segnalate varie volte, invalidano lo strumento principale e alternativo alla caccia. Vengono utilizzate per ridurre la presenza dei cinghiali sul territorio. Le reti elettrosaldate sono un utile mezzo, ma senza ombra di dubbio non sono sufficienti.

Ylenia Iris

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