L’emergenza cinghiali sul territorio di Roma continua a preoccupare. Un nuovo decreto stabilisce, tra le varie novità, un prolungamento del periodo di caccia e la responsabilità delle regioni di provvedere al controllo della specie.
Emergenza cinghiali: il decreto prolunga il periodo della caccia

Il decreto è stato già discusso in precedenza da tecnici ed esponenti politici che sostengono il Presidente del Consiglio Mario Draghi e dovrebbe passare al Consiglio dei Ministri durante una delle prossime riunioni. Questo andrà a modificare l’articolo 19 della legge n. 157 del 1992 in materia di caccia, a causa dell’urgenza di adottare misure per il contenimento della fauna selvatica. Nella bozza del decreto legge si legge che si considera «altresì la straordinaria necessità di disporre di prime misure strutturali per fronteggiare la proliferazione della specie cinghiale, non solo nelle aree agricole ma anche nelle zone urbane, con pericoli per lo svolgimento delle attività antropiche e, in particolare, per la sicurezza pubblica. (…) Le regioni, per la tutela della biodiversità, per la migliore gestione del patrimonio zootecnico, per la tutela del suolo, per motivi sanitari, per la selezione biologica, per la tutela del patrimonio storico-artistico, per la tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche e per la sicurezza e l’incolumità pubblica, provvedono al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle aree o ambiti vietati alla caccia e in contesti urbani». Tale controllo dovrà impiegare le tecniche più funzionali stabilite dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale.
Inoltre, continua la bozza del decreto: «Queste ultime potranno altresì avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, ivi compresi i loro dipendenti o incaricati, degli agenti delle Polizie municipali, di operatori abilitati dalle regioni, anche afferenti a società private e cooperative, previa frequenza di appositi corsi validati da Ispra. Tutte le figure delle quali è previsto l’avvalimento devono essere munite di licenza per l’esercizio venatorio nel caso di abbattimenti con armi da fuoco». Il decreto andrà poi ad intervenire anche sull’articolo 3, circa la durata dei periodi di caccia che verranno estesi fino al 15 febbraio. Le associazioni per la difesa degli animali, attive sul territorio, hanno già espresso la propria contrarietà.
Maria Claudia Merenda
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