L’estrema destra in piazza a Roma per manifestare contro il coprifuoco varato dalla Regione Lazio e contro il Dpcm di Giuseppe Conte, leader del Governo nazionale. La frangia più accesa di uno dei due macro schieramenti politici del nostro Paese ha dato seguito al tam-tam partito sui social. Su Facebook, infatti, girava da ieri una fotografia, simile ad un manifesto, che recitava: “Il tempo delle richieste è finito, sappiamo che chi ci governa non ci ascolta. Abbiamo iniziato in cinquanta una settimana fa, ieri eravamo già in centinai e stasera saremo molti di più. Contro il coprifuoco, contro le leggi improvvise ed incoerenti, contro la negazione del diritto al lavoro, contro il mancato sostegno…per la libertà! Non è una manifestazione di categoria, ma la protesta del popolo“. Detto, fatto: Piazza del Popolo è divenuta il teatro dell’incontro della manifestazione. La situazione, però, è rapidamente precitata: Polizia e manifestanti sono venuti a contatto.
Scontri tra Polizia e manifestanti di estrema destra
Dopo le scene di guerriglia a Napoli, attimi di tensione anche a Roma. Bombe carta e scontri tra la Polizia in assetto antisommossa ed alcuni manifestanti che, dopo aver gridato “Libertà” in Piazza del Popolo, sono venuti a contatto con le Forze dell’Ordine. La Polizia, dopo lo scoppio di alcuni petardi ed il lancio di bottiglie, ha disperso i manifestanti costringendoli al ripiegamento verso il Muro Torto. I facinorosi avrebbero incendiato alcuni cassonetti dei rifiuti sul Lungotevere. La Digos avrebbe già individuato due persone coinvolte negli scontri.
Il lato civile della protesta
Non solo scontri a Roma. Secondo quanto riporta “Il Messaggero“, nella notte di tensioni c’è spazio anche per la protesta civile. È il caso di Sara, proprietaria di un ristorante in centro, e Laura, licenziata dal settore della ristorazione. La prima ha detto: “Ho un ristorante in centro, altre sei attività e 90 dipendenti da pagare. Da lunedì non so dove andare a sbattare“, mentre la seconda ha aggiunto: “Sono stata licenziata. Devo vivere con mia madre e lo Stato mi ha detto che per me non ci sono aiuti. Siamo qui perché non sapevamo dove andare per farci ascoltare“. Il lato puro di una protesta che, purtroppo, è sfociata nella violenza arginata dalle Forze dell’Ordine.
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