Halloween, anche se in tono più dimesso per colpa dell’egemonia del Coronavirus, è finalmente giunto come ogni anno. La notte del 31 ottobre è il momento propizio nel quale il mondo dei vivi e dei morti si connette. Gli spiriti dei defunti infatti, secondo la più antica delle tradizioni, riuscirebbero a vagare senza vincoli nella realtà che hanno abbandonato dopo il decesso. In questo speciale a tema, Roma ed i suoi fantasmi saranno gli assoluti protagonisti: la Capitale d’Italia è una metropoli ricchissima di storia che ha conosciuto, negli anni, personaggi importanti che hanno lasciato segni tangibili nelle leggende della città. E se alcuni spiriti immortali di queste figure vagassero ancora per le strade della “Città Eterna” apparendo, anche oggi, ai vivi?
Fantasmi di Roma: alcuni esempi della tradizione capitolina

Anime rimaste legate al luogo della loro violenta morte. Spiriti inquieti in cerca di quella pace che, ancora oggi, sembrano non aver trovato. I fantasmi di Roma sono accomunati, come spesso accade, da due eventi: un omicidio efferato oppure un suicidio disperato. Secondo la tradizione, al calar del sole le loro figure argentee vagano ancora per le vie della Capitale. Ecco alcuni esempi che compongono le leggende esoteriche dalla “Città Eterna“:
Messalina
In prossimità del Colosseo, sul Colle Oppio, accanto ai resti del Tempio dell’Imperatore Claudio, vaga uno degli spettri più famosi dell’antichità. Siamo nell’età imperiale e Messalina, figlia del console Marco Valerio Messalla Barbato e di Domizia Lepida andò in sposa a Claudio, futuro imperatore e cugino della madre di Caligola. La differenza di età tra i due è enorme: trent’anni.
Insoddisfatta della sua vita coniugale (Claudio era più anziano e zoppo), la giovane donna si diede alla pazza gioia con relazione extramatrimoniali nei bordelli della città. Tutti sapevano delle “scorribande” di Messalina, meno Claudio. Quando la donna s’innamorò perdutamente del console Gaio Silio, l’imperatore si accorse dei tradimenti e condannò a morte la sua sposa appena 23enne. Oggi, si dice che il suo spirito inquieto vaghi ancora per il Colle Oppio in cerca di amore.
Beatrice Cenci
Beatrice Cenci è certamente il fantasma romano più famoso. La sua tragica vicenda ha ispirato poeti e romanzieri come Shelley e Stendhal ed il pittore Guido Reni. Era una nobile vissuta nella Capitale nella tarda età rinascimentale che viveva con un padre-padrone. Dopo anni di violenze continue, la donna decise di denunciare le angherie di Francesco Cenci ma nessuno, nonostante tutti sapessero, aiutò Beatrice.
La malignità del padre portò all’esasperazione non soltanto la povera figlia: Lucrezia, la seconda moglie del padre, i fratelli Giacomo e Bernardo, il castellano Olimpio Calvetti e il maniscalco Marzio da Fioran, tutti insieme, decisero di ucciderlo. E così fecero: fu stordito con l’oppio, gli ruppero le gambe con un martello o lo finirono colpendolo al cranio e alla gola ancora con il martello ed un chiodo. Per simulare una morte accidentale, infine, decisero di gettare il corpo da una balaustra. Le ferite rinvenute sul corpo, però, non erano compatibili con una caduta dall’alto: tutti furono interrogati (e torturati) e le confessioni, dopo un po’, arrivarono.
Fu decretata l’uccisione di tutta la banda che aveva architettato l’omicidio ed anche Beatrice perì. Si dice che nella notte tra il 10 e l’11 settembre, il suo spettro vaghi sul ponte di Castel S’Angelo con la testa, recisa, tra le mani.

Mastro Titta
Giovanni Battista Bugatti, meglio conosciuto come Mastro Titta, è stato il famoso boia di Roma durante il dominio dello Stato Pontificio. A lui sono state affidate, durante sessantotto anni di carriera, oltre 500 condanne a morte. Tutte eseguite. La sua figura incuteva terrore a tutti i romani dell’epoca e la sua leggenda, anche oggi, si riflette sulla città: si dice che il suo fantasma, avvolto da un manto scarlatto, passeggi nei pressi di Castel S’Angelo poco prima che la luce del sole illumini la “Città Eterna“.
Altri fantasmi di Roma
La storia secolare di Roma, ovviamente, può “fregiarsi” di altri fantasmi. Si racconta che Cagliostro, accusato di eresie dalla moglie ed imprigionato in una torre senza porte e finestre fino alla sua morte, durante la notte urli il nome della sua compagna dissoluta. La moglie (Lorenza Feliciani), presa dai rimorsi delle accuse, vaga ancora ammantata di nero nei luoghi dove fu arrestato il marito.
Tra i fantasmi romani c’è anche Costanza Conti De Cupis, la cui presenza infesta il palazzo di famiglia. Era famosa per possedere le “mani più belle di Roma” e dopo la sua morte, avvenuta per infezione di un arto, si narra che la figura della sua mano appaia nelle notti di luna piena. Gli altri spettri famosi della Capitale sono quelli di Targhini e Montanari, due carbonari decapitati, e degli amici John Keats e Percy Bysshe Shelley, celebri poeti.
ANDREA MARI
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