L’area, tra il XI e il X secolo a.C era sito di un sepolcreto destinato agli abitanti delle colline limitrofe, successivamente occupata da abitazioni tra cui quella di Marco Tullio Cicerone. Cesare scelse proprio quest’area per costruire un foro da affiancare al Foro Romano divenuto insufficiente per le attività amministrative. Cesare, ucciso il 15 marzo del 44 a.C. lasciò incompleta l’opera che concluse poi Augusto nel 29 a.C. contemporaneamente alla ricostruzione della Curia.
Traiano nel 113 d.C., nell’ambito dell’edificazione dell’omonimo foro, diede il via alla ricostruzione del tempio di Venere Genitrice e all’allargamento del foro sul lato settentrionale. Il Foro nel 283 d.C. subì un devastante incendio, e furono gli imperatori Diocleziano e Massenzio a restaurarlo nuovamente. Con il cessare della funzione pubblica l’area ospitò orti e vigneti fino al sorgere delle prime unità abitative. Arrivando all’XI secolo l’area, abbandonata per via dei “Pantani” fu oggetto di bonifica da parte della famiglia Della Valle che ne avviò l’urbanizzazione, di quello che sarà noto come il quartiere Alessandrino.

Alla ricerca del Foro di Cesare e del Tempio di Venere
Nel primo ventennio del nuovo secolo l’aspetto del quartiere cambiò a causa dell’apertura, di quella che oggi conosciamo come Via dei Fori imperiali. Anche la zona del Foro di Cesare fu interessata dagli scavi. In quelli intrapresi nel decennio tra il 1998 e il 2008 venne alla luce il settore meridionale della piazza del Foro di Cesare. Una nuova fase di scavi prevista in due tappe, è partita il 26 ottobre 2017 in occasione della visita a Roma di Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II, grazie anche all’accordo stipulato in quello stesso anno tra la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e l’Accademia di Danimarca.
In questa secondo step che prenderà il via tra pochi giorni si ha l’obiettivo di intervenire sull’ampliamento dell’area archeologica del Foro di Cesare sul lato orientale e sull’eventuale recupero delle membrature architettoniche ancora conservate sotto terra. Qui inoltre dovrebbero trovarsi sepolte parti del Tempio di Venere Genitrice e del portico orientale della piazza.

Il recupero della storia di tutti
Le operazioni di scavo sono state precedute da un programma di ricerche finalizzato alla conoscenza delle varie fasi di vita del complesso monumentale. Lo studio è avvenuto attraverso indagini d’archivio, unitamente alla catalogazione e allo studio dei reperti, in particolare ceramici, rinvenuti negli scavi del 1998-2000.
“Roma ci riserva continue sorprese. L’avvio degli scavi del Foro di Cesare ci consente di riportare alla luce diverse fasi di vita di questo antico settore urbano che presenta una stratificazione molto ricca. Dati emersi dalle indagini condotte dalla Sovrintendenza negli ultimi decenni. Ringrazio Sua Maestà la Regina di Danimarca Margrethe II e l’Accademia di Danimarca per questo importante atto di mecenatismo. Con il sostegno di tutti, continuiamo a scoprire la nostra storia“, dice la sindaca di Roma Virginia Raggi.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Il Foro di Cesare) photo credit: romadailynews.it