I calciatori della Roma hanno messo in standby, così come gli altri, la Serie A per la sosta comandata dagli impegni delle Nazionali. Mentre i giocatori giallorossi sono impegnati negli allenamenti in quel di Trigoria, la società capitolina guidata da Dan Friedkin continua incessantemente a pianificare il presente ed il futuro del club cercando di posizionare, nuovamente, le tessere che si sono scollate dal grande mosaico romanista. Chiuso praticamente l’accordo con Stefano Scalera, che dovrebbe entrare nel team dei dirigenti dal prossimo gennaio, il nuovo proprietario della Roma è (ancora) alla ricerca del direttore sportivo: tanti nomi emersi ma, per adesso, nessuna trattativa è andata a buon fine.
La scuola tedesca è “indigesta”
Prime turbe da presidente per Dan Friedkin. Il proprietario del club, sempre più impegnato e presente nella costruzione del suo nuovo asset, cerca insistentemente un nuovo direttore sportivo da regalare alla Roma. D’altronde, l’importanza di poter contare sul “capo” delle trattative è stata più volte sottolineata da un sempre pacato Paulo Fonseca che ha auspicato, durante le conferenze stampa, l’arrivo di un dirigente in grado di poter occupare quel determinato slot. Ruolo che, probabilmente, sembra essere indigesto alla scuola tedesca dei direttori sportivi.
La Roma, infatti, avrebbe avuto contatti con Ralf Rangnick, attualmente senza squadra, e Jonas Boldt dell’Amburgo. Entrambi, però, hanno declinato la corte dei giallorossi. Nelle ultime ore, un nuovo professionista teutonico è stato avvicinato ai capitolini: si tratta di Markus Krosche, attualmente sotto contratto con i Red Bull Lipsia. I Paesi Bassi, almeno geograficamente, non sono così distanti dalla Germania. È proprio nel Paese “Orange” che Dan Friedkin avrebbe gettato l’occhio facendo entrare nel casting Frank Arnesen, direttore tecnico danese del Feyenoord, e John De Jong, direttore sportivo del PSV. In questo caso, però, sembra essere stato lo statunitense a bloccare i discorsi. Almeno per il dirigente della compagine di Eindhoven.
Campos non ha convinto Friedkin, mentre il duo nostra formato da Paratici e Sartori ha declinato. Berta?
Discorsi che sembrano essere terminati definitivamente anche con Michael Emenalo e Luis Campos. Il nigeriano, ex direttore sportivo del Monaco con un passato al Chelsea, non sarebbe riuscito a convincere pienamente Dan Friedkin. Il portoghese, invece, piaceva moltissimo alla proprietà capitolina ma un fattore sembra aver fatto saltare il banco: l’indecisione nel trasferirsi stabilmente a Trigoria. Tanti, troppi, tentennamenti che hanno usurato, con il tempo, la pazienza del texano.
Fabio Paratici, almeno quest’anno, dovrebbe rimanere alla Juventus mentre Giovanni Sartori ha ribadito quanto stia bene nella sua Atalanta, giocattolo portato dalla salvezza alla Champions League. L’ultimo, ma non per demeriti, delle lista è Andrea Berta dell’Atletico Madrid: il secco “no” di settembre, progressivamente, sembra essere diventato un “vediamo”. L’apertura, se da un lato è vista positivamente da Trigoria, deve portare ad un’intesa definitiva. Il tempo stringe e la proprietà giallorossa vuole, giustamente, risposte nel breve periodo.
Tra i direttori sportivi italiani, clamorosamente, si è fatto sotto Gianluca Petrachi, dirigente licenziato dalla Roma di James Pallotta. Attualmente, sembra davvero difficilissimo il ritorno dell’ex direttore sportivo che ha contribuito, attraverso la sua candidatura, ad aumentare le attuali turbe, passateci il termine, del presidente Dan Friedkin.
ANDREA MARI
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