È un grande “no” quello espresso dai ragazzi della Rete degli studenti del Lazio, dai genitori e dai sindacati sulla riapertura della scuola l’11 gennaio. L’insoddisfazione sui trasporti, sulla sorveglianza sanitaria e sugli spazi recuperati negli istituti è alla base della volontà di non rientrare in aula lunedì prossimo. Nasce l’idea di uno sciopero in attesa di essere ascoltati e della notizia di un rinvio minimo di due settimane.
Le recriminazioni di studenti e genitori
La mobilitazione a Roma si fa sentire. L’11 gennaio non è una data che studenti e genitori considerano adatta per la riapertura della scuola in presenza. Di conseguenza, i ragazzi sciopereranno per mostrare le proprie rimostranze a chi non ha saputo in 9 mesi, secondo loro, mettere in campo misure valide per un ritorno tra i banchi in sicurezza: “Ci priviamo di un giorno della scuola per non esserne privati mai più” sono le parole degli studenti del Pasteur. E continuano “Hanno avuto nove mesi per preparare la ripartenza e l’unica soluzione sembra essere uscire da scuola troppo tardi, un’assurdità“.
Gli orari scaglionati sembrano non essere una soluzione accettabile dato che un numero considerevole di ragazzi abita svariati chilometri lontano dalla propria scuola. La rappresentante Brenda Pretorius spiega: “Al nostro Liceo Musicale Farnesina l’ultimo gruppo da 10 uscirebbe alle 19.40, una follia!“. Una conseguenza ipotizzata da Paolo Cangianelli del consiglio del Liceo Artistico Caravillani è una forma di disobbedienza civile per ostacolare le tarde uscite da scuola.
Il problema dell’inadeguatezza dei trasporti è, poi, tra i più sentiti non solo da studenti e genitori ma anche tra gli insegnanti stessi. Alcuni professori, infatti, insegnando in istituti diversi avrebbero l’esigenza di spostarsi con metro o autobus durante una stessa giornata: “Io lo stesso giorno ho lezione al liceo Isabella d’Este di Tivoli e al Salvini ai Parioli“, afferma preoccupata l’insegnante di spagnolo Eliana Comastri che continua: “L’idea è di spostarmi con Cotral e poi con bus e metro, spero di riuscirci e che i mezzi siano davvero accessibili, ho paura che le regole sul distanziamento non verranno rispettate“.
La richiesta di una riapertura della scuola in sicurezza
La richiesta è, dunque, di rinviare la riapertura della scuola almeno di due settimane. Lo chiedono gli studenti, i genitori e i sindacati che auspicano “un posticipo visto che i dati confermeranno l’andamento crescente dell’epidemia”. Le rappresentanze di Cgil, Uil, Cisl, Snals e Gilda domandano, inoltre, un aumento dei drive-in dedicati, la vaccinazione del personale, una fascia di ingresso a scuola unica e la fornitura di mascherine più protettive rispetto a quelle chirurgiche.
Per ora le direttive rimangono quelle di una riapertura in presenza da lunedì 11 gennaio con l’entrata del 50% degli studenti che aumenterebbe al 75% nelle settimane successive. Solo con il passare dei giorni e i nuovi dati sulla pandemia si potrà ipotizzare un cambiamento delle misure nelle scuole della Capitale. Nel frattempo la mobilitazione cresce.
Valentina Trogu
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