Giallo Ponte di Ferro: da domenica auto ferme da Ostiense a Marconi, da Trastevere al Portuense a causa della “bolla” di sicurezza attorno alla struttura bruciata. Si studia un piano anti-ingorghi
Giallo Ponte di Ferro: in corso i piani anti-ingorghi per non fermare la Capitale
Giallo Ponte di Ferro: già da ieri ingorghi a catena in tutta la zona, da Ostiense a Trastevere, anche a causa delle chiusure dovute al mercatino domenicale di Porta Portese e all’afflusso di un gran numero di curiosi per andare a vedere la struttura danneggiata dalle fiamme. La vera preoccupazione è per quello che potrà succedere oggi con la riapertura degli uffici e in parte delle scuole, almeno quelle dove non ci sono i seggi elettorali, con il boom che potrebbe esserci nella giornata di mercoledì, quando migliaia di studenti torneranno a muoversi come sempre. I Vigili hanno chiuso e presidiano via Antonio Pacinotti, via del Porto Fluviale e via del Commercio, interdette alla circolazione. Il Ponte di Ferro è stato dichiarato al momento inagibile dai Vigili del Fuoco in attesa di ulteriori accertamenti. Il calore intenso, come ha confermato ieri il comandante provinciale dei pompieri Francesco Notaro, ha provocato la deformazione di alcune travi metalliche, oltre al crollo della passerella di servizio dove c’erano i cunicoli con i cavi elettrici e le tubature del gas. L’ingegnere a capo dei Vigili del Fuoco ha sottolineato che comunque il ponte è “recuperabile”, anche se non sono chiari i tempi per la sua ristrutturazione. Si parla di mesi di chiusura. In questo lasso di tempo saranno deviate anche alcune linee del trasporto pubblico: ponte Testaccio e ponte Marconi diventeranno già da oggi strategici in tutto quel quadrante cittadino per smaltire il traffico e consentire il passaggio da una parte all’altra del Tevere. Per questo, anch’essi saranno al centro dei controlli della Polizia Municipale.
Giallo Ponte di Ferro: si indaga su due ipotesi, escluso il dolo
Ieri è stato dichiarato che, oltre alla sostanziale integrità della struttura andata a fuoco sabato notte, la corrente elettrica, interrotta per un black out provocato proprio dalle fiamme, è stata riallacciata nelle abitazioni di circa 180 famiglie che vivono nei palazzi a ridosso del Ponte di Ferro. Sul fronte delle indagini i Carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia Trastevere lavorano su due ipotesi principali, inserite nella relazione tecnica che sarà inviata in procura in vista dell’apertura di un fascicolo. Si è escluso il dolo. Tutto ruota attorno all’innesco delle fiamme: non si esclude che possa essere avvenuto proprio nella baraccopoli ritrovata distrutta sotto le arcate del ponte, forse causata da un fornello usato dai senza tetto per cucinare. Si segue anche la pista del corto circuito elettrico degli stessi cavi interessati dalle fiamme, con il rogo che si è quindi propagato alle sterpaglie sottostanti e quindi alla bidonville dove in quel momento non c’era nessuno. Sempre al vaglio le testimonianze di chi ha raccontato di aver sentito grida d’aiuto e aver visto persone fuggire dalle sponde del fiume mentre il ponte bruciava. Si cercano anche eventuali collegamenti con un altro incendio, appiccato all’inizio di settembre al dormitorio nel sottopasso ferroviario di via Ettore Rolli, a poche centinaia di metri dal Ponte di Ferro. In quel caso si parlò di un regolamento di conti fra senza tetto per il posto letto.
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