Gigi Proietti ha calato per sempre il sipario della sua vita, lasciandoci in un modo che soltanto lui poteva “trovare”, morendo il giorno in cui è nato. Gigi era molto legato al Teatro Brancaccio. Ne è stato il direttore artistico per quasi trent’anni creando un proprio Laboratorio di esercitazioni sceniche. E’ da li che sono usciti artisti come Chiara Noschese, Flavio Insinna, Rodolfo Laganà, Francesca Nunzi e Gabriele Cirilli. In tanti adesso chiedono, a partire da Tullio Solenghi a Maurizio Costanzo e Carlo Verdone, che il teatro venga intitolato a lui.
Queste le parole di Solenghi su Facebook: “Mi farebbe piacere che a Roma venisse intitolato un grande teatro a Gigi Proietti, magari proprio il Brancaccio che lui ha diretto. Ho la sensazione che lassù stia facendo ridere tutto il creato, che stia facendo divertire con la sua classe, il suo meraviglioso talento e la sua umanità Ciao Gigi sei tutti noi, il più grande di tutti noi“.
Gigi Proietti, Le parole di Carlo Verdone e Vincenzo Salemme
Allo stesso modo la pensa Carlo Verdone che dichiara: “Gigi è stato un grande maestro. Lui voleva spingere i giovani, lo faceva con una grande dedizione. Molti attori gli dovranno molto, non sarebbe male intitolare a lui il Teatro Brancaccio di Roma.
Questo 2020 è stato un anno dannato. Quel volto ci dava una rassicurazione per dire che un’anima questa volta ci dà. Lui, come Alberto Sordi e Aldo Fabrizi, è stato un simbolo di questa città”.
La lettera di Vincenzo Salemme

Anche Vincenzo Salemme addolorato per la dipartitadi Gigi Proietti esprime il suo cordoglio scrivendogli una “lettera” di addio sui social:
Caro Gigi, ti scrivo qualche riga quando ancora non so se sarà consentito venire a darti l’ultimo saluto. Non ti vedevo da un anno. In una trasmissione televisiva mi avevi raccontato la tua volontà di prendere in gestione un teatro. E volevi farlo insieme a me. Per me sarebbe stata un’avventura entusiasmante. Fare teatro accanto al più luminoso dei Giullari. Sei quello che meglio di tutti ha saputo spazzare via quelle stupide etichette dei tempi moderni, che dividono gli artisti in “alti” e “bassi”, profondi e superficiali, popolari e di élite…Avevi un rapporto con il pubblico che non era mai falso, manifestavi ciò che eri. Perché un attore, prima di tutto, deve essere onesto. Questa è l’etica di un vero attore.
Tu ogni volta facevi un patto con il pubblico: facciamo finta che io sia… E così diventavi re Lear o Mandrake, un cantante maestoso o un menestrello, raccontavi una barzelletta o recitavi un sonetto del Belli. Il pubblico, con te, non era mai passivo, era essenziale, non ti guardava dal buco della serratura come accade nei reality, era in teatro con te e sceglieva il luogo con te, viveva il racconto con te. Avevi una quantità infinita di talento e, grazie al cielo, ce ne hai fatto dono. Di solito non mi piace usare il termine popolo a sproposito ma nel tuo caso è giusto e doveroso dire che il popolo te ne sarà grato per sempre e non ti dimenticherà mai. Perché se Attore è anagramma di Teatro, tu ne sei stato l’esempio più nobile.
Gigi Proietti, il profondo dolore di Virginia Raggi

La sindaca di Roma Virginia Raggi esprime il suo cordoglio e il suo dolore per la perdita di Gigi Prioetti dedicandogli queste parole:
“Profondo dolore e grande tristezza per la morte di Gigi Proietti. Con lui perdiamo un pezzo di anima della nostra città. In questo momento siamo vicini alla famiglia, agli amici e a tutti coloro che lo hanno amato. Roma non lo dimenticherà mai”.
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