I lavoratori del settore dello spettacolo di Roma hanno occupato il Globe Theatre rivendicando il loro diritto ad utilizzare gli spazi dedicati al loro lavoro, per ricominciare a lavorare. “Non vogliamo una riapertura senza sicurezza… Riapriamo questo spazio”
“Riapriamo ai lavoratori del settore” è la richiesta fatta dal mondo dello spettacolo che ha occupato il Globe Theatre di Roma
Il Globe Theatre di Roma palcoscenico di un’occupazione. I protagonisti sono i lavoratori e gli operatori del mondo dello spettacolo che rivendicano la possibilità di abitare gli spazi della cultura.
L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha causato vittime economiche in ogni settore. Il mondo dello spettacolo, forse più di tutti, è quello che ha lavorato di meno. Teatri, cinema, musei e tutti i luoghi in cui si diffonde cultura e arte sono chiusi da più di un anno e riaprono ad intermittenza e singhiozzi.
Ciò non consente ai dipendenti di possedere sicurezze economiche a fine mese. Il grido di speranza, perciò, arriva questa mattina dai lavoratori dello spettacolo di Roma.
Secondo quanto hanno dichiarato in un comunicato, affermano di non volere la riapertura senza sicurezza che possa peggiorare la situazione, ma chiedono di riaprire questi spazi per autoformazione e confronto.
Gli occupanti sottolineano che tutto si sta svolgendo nel rispetto delle disposizioni sanitarie e che tutti si sono sottoposti a tampone prima di aprire ed accedere alla struttura.
“Questa assemblea cittadina oggi sente la necessità di un tempo e di uno spazio per allargare la discussione e includere le altre forme di precarietà. In complicità con le lotte che hanno unito lavoratrici e lavoratori del settore in tutta Europa, proseguiamo il percorso di autoformazione e autodeterminazione per ottenere diritti e tutele per tutte e tutti”– dichiarano gli occupanti del Globe Theatre.
Le richieste
“Chiediamo che vengano assunti e internalizzati tutte le lavoratrici e lavoratori a tempo determinato dei grandi Enti, Fondazioni, Teatri e Musei. Non è più tollerabile che ci siano nello stesso luogo di lavoro disparità contrattuali, remunerative e tutelari, spesso causate anche dalla presenza di differenti parti datoriali: ecco perché è fondamentale vietare o ridurre al minimo la pratica degli appalti e subappalti”.
Serafina Di Lascio