Mense aziendali romane adottano a fatica l’obbligo del Green Pass. Nello specifico si fa riferimento a mente di aziende private o pubblica amministrazione che hanno interpretato la legge del 6 agosto 2021 come non tangente nei propri confronti. Solo di recente hanno iniziato ad adottare i controlli dovuti, ma dimostrano difficoltà ad allinearsi
Difficoltà per le mense aziendali romane della pubblica amministrazione e privati nell’adattarsi all’adozione dei Green Pass
L’esordio del Green Pass nelle mense aziendali romane sembra essere stato un flop. Solo negli ultimi giorni, infatti, Palazzo Chigi ha chiarito la valenza per le società private e pubblica amministrazione della normativa in vigore dal 6 agosto.
Il Viminale, ad esempio, dispone di due bar privati che si autoregolamento e, secondo quanto riportato su il Corriere della Sera, vi sono una quartina di tavoli nel cortile coperto dal portico della palazzina trecentesca.
“La consumazione del pasto all’interno delle mense dovrà essere consentita solo a coloro che sono in possesso delle certificazioni verdi Covid-19“- così recita la regola. Eppure sembra che solo negli ultimi giorni si stiano effettuando reali controlli anche nei settori privati.
Le mense aziendali romani, nella fattispecie la struttura di via Ribotta e quella di via Ripa, pare che si siano organizzate in modo tale che i dipendenti si portino i pasti da casa o comprino il pranzo nelle attività lavorative limitrofe.
In altre parole, il QRcode che dovrebbe essere la dimostrazione del Green Pass non è stato richiesto sin da subito, ma è stata data priorità ad altre tipologie di normative, quali divisori, sanificazioni e distanziamenti.
Da questo momento in poi, però, i quasi 20mila dipendenti delle municipalizzate di Roma Capitale, trasporto pubblico Atac e igiene urbana Ama, dovranno adattarsi alla legge.
Mentre si allineano le pubbliche amministrazioni, Eni ha fatto sapere che applicherà come sempre la normativa stabilita a livello legislativo, mantenendo accessi regolamentati attraverso turni, distanziamento nelle fasi di distribuzione e consumo, separatori in policarbonato sui tavoli a garanzia della massima protezione, costanti controlli sull’applicazione delle norme igienico sanitarie.
ENEL e Almaviva, invece, hanno affermato di avere oltre il 70% dei dipendenti in smart working. Coloro i quali si recheranno personalmente sul luogo di lavoro, si procureranno il pranzo autonomamente.
Serafina Di Lascio
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