Ottant’anni di creazioni dal design esuberante reso ancor di più unico dalla maestria artigianale, la mostra “Serpenti” di Bvlgari, icona simbolo della maison esposti nella storica boutique di via dei Condotti a Roma. La mostra si protrarrà fino alla metà di giugno. Madrina d’eccezione per l’inaugurazione avvenuta mercoledì scorso, Vittoria Puccini che durante la serata di premiazione dei David di Donatello ha indossato alcune meraviglie della maison. Bvlgari presentò la sua prima rivisitazione del motivo millenario del serpente attorno agli anni ’40.
Rappresentato nei bracciali-orologio avvolti nelle avanguardistiche spirali “Tubogas“, un intreccio maglie d’oro ingegnosamente connesse tra di loro senza alcuna saldatura. L’evoluzione dell’emblematico simbolo del brand trovò la sua prima evoluzione negli anni ’50. Infatti all’epoca il gioielliere affiancò ai modelli “classici” varianti zoomorfe. Tutte rifinite da una testa preziosa con occhi in rubini, smeraldi o diamanti, disegnata per nascondere il quadrante dell’orologio.
I “Serpenti” di Bvlgari icona simbolo della maison
Da quel momento l’icona “Serpenti” del brand ha trovato spazio su collane, bracciali e anelli di alta gioielleria dal design inconfondibile. Ancora una volta pronta a cambiare pelle, è all’inizio di quest’anno che la maison presenta una nuova trasformazione della sua icona simbolo. E lo fa con le scaglie di serpente Viper. Nasce così nella boutique romana l’idea di un’intera mostra dedicata alle tappe più significative di questa metamorfosi, dalle origini fino ad oggi.
Pezzi unici da poter ammirare dal vivo. Creazioni storiche provenienti dalla Collezione Heritage e da esclusive raccolte private. Tra queste la spilla in oro con onice, corallo, berillo e diamanti, mai esposta prima. La spilla fu scelta come oggetto di scena per il film “Inferno” di Dario Argento. Bracciali-orologio degli anni ’50 e ’60, teste di serpente ricoperte di diamanti, livree con scaglie in smalto e un rettile che mostra la smaltata lingua rossa.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (I “Serpenti di Bvlgari) photo credit: molu.it