“Il clan Casamonica è mafia”. Questa la sentenza stabilita dai giudici della Decima sezione penale del Tribunale di Roma. Le accuse vanno a vario titolo: dall’associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, l’usura e detenzione illegale di armi. La condanna più alta è stata inflitta a Domenico Casamonica, a quanto riporta RomaToday.
“Il clan Casamonica è mafia”: la sentenza definitiva dopo l’indagine “Gramigna”
“Il clan Casamonica è mafia”. Dopo sette ore di camera di consiglio, la sentenza di condanna a carico di 44 imputati è stata emessa dai giudici della Decima sezione penale del Tribunale di Roma nell’aula bunker di Rebibbia. “E’ una decisione molto importante” – dice il procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calò – “conferma la validità dell’impostazione data dalla Dda e la serietà del lavoro svolto dalla Procura e dalla Polizia Giudiziaria in questi anni” continua. Non è la prima volta che a Roma viene riconosciuta un’associazione a stampo mafioso. Già condannate famiglie come gli Spada o i Fasciani, dominanti ad Ostia. I Casamonica dovranno rispondere alle accuse di traffico e spaccio di droga, estorsione, usura e detenzione illegale di armi. “Una sentenza sconcertante ma non sorprendente” dichiara l’avvocato difensore dei Casamonica, Giosuè Bruno Naso. Il processo è avvenuto dopo gli arresti effettuati dai Carabinieri del comando provinciale di Roma durante l’indagine “Gramigna”, coordinata dal procuratore di Roma Michele Prestipino e dai sostituti procuratori Giovanni Musarò e Stefano Luciani.
Sentenza Casamonica: le pene richieste e quelle inflitte
Durante la sentenza Casamonica, a quanto riporta la fonte RomaToday, il pubblico ministero Musarò ha chiesto ben 630 anni di carcere complessivi per l’intero clan, con la pena più alta di 30 anni per Domenico, Giuseppe e Luciano Casamonica, ovvero i capi dell’organizzazione. Mentre, rispettivamente 26 e 25 anni per Domenico e Ottavio Spada e 25 anni per Guerrino Casamonica. Richieste che considerano le dichiarazioni dei collaboratori Massimiliano Fazzari (ex affiliato) e Debora Cerreoni (moglie di Massimiliano Casamonica) che hanno descritto la struttura e le modalità con cui agiva il clan. Le condanne effettive non sono le medesime, in quanto i Giudici hanno optato per oltre 400 anni di carcere, con la pena più alta di 30 anni di reclusione attribuita a Domenico Casamonica. Fra i capi, Giuseppe Casamonica è stato condannato a 20 anni e 6 mesi. Condannato inoltre a 12 anni e 9 mesi Luciano Casamonica, a 25 anni e 9 mesi Salvatore Casamonica, a 23 anni e 8 mesi Pasquale Casamonica e a 19 anni Massimiliano Casamonica.
Sentenza Casamonica, Raggi: “non mi sono mai piegata, vivo sotto scorta per questo”
“Di fronte al clan dei Casamonica non mi sono mai piegata, non ho mai indietreggiato di un passo, non ho mai avuto paura di loro. Ho sempre lottato per il bene dei romani a volto scoperto, ho chiamato per nome e cognome chi ha umiliato e offeso la città. Vivo sotto scorta per questo. Oggi il tribunale di Roma ha confermato l’associazione a delinquere di stampo mafioso. Ha confermato che è mafia”. Queste le parole della sindaca uscente di Roma, Virginia Raggi. Con questa sentenza, il clima a Roma è cambiato secondo la prima cittadina della Capitale. “Oggi si chiude un capitolo, ma la lotta per contrastare criminalità e mafia non si ferma. Io sarò sempre in prima linea. Andiamo #AvantiConCoRAGGIo” conclude. A supporto della sindaca anche i parlamentari ed europarlamentari del Movimento 5 Stelle: “da quando si è insediata al Campidoglio, Virginia Raggi non ha mai avuto paura di affrontare a viso aperto e a testa alta i clan” e ancora “sarebbe intollerabile tornare indietro e interrompere il suo grande lavoro, che ha ridato dignità a tanti territori della Capitale dopo anni di connivenza, omertà e malaffare. Nessuno più di lei è adatto a proseguire il lavoro a Roma sul fronte della legalità”.
Sentenza Casamonica, Zingaretti: “Sentenza storica, ma noi non molliamo e continueremo nella lotta contro le mafie e per la legalità”
Il presidente della Regione Lazio parla della sentenza come un evento storico che “mette nero su bianco che Casamonica equivale a mafia ed un segnale importante da dare ai cittadini del nostro territorio”. Ribadisce come da anni, la Regione si impegni a contrastare l’illegalità e a ridare vita ai beni confiscati alle mafie, insieme ad associazioni e comitati di quartiere. “La sentenza di oggi ci da ancora più forza, noi non molliamo, ma continueremo nella lotta contro le mafie e per la legalità, il che significa stare ogni giorno nei quartieri delle nostre città e presidiarli con i servizi e non lasciare spazi nei quali l’illegalità si può infilare” conclude il Governatore Zingaretti. Anche Gianpiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio, si accoda alle parole di Zingaretti affermando come la sentenza Casamonica riconosca “il lavoro prezioso della Procura di Roma e dall’Arma dei Carabinieri che attraverso le indagini di Gramigna e Gramigna bis hanno prodotto la solidità di un impianto accusatorio che configura l’associazione di stampo mafioso per il clan autoctono più antico e più potente di Roma.
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