Senso di colpa, svincolo giudiziario o presa di coscienza. Prende diverse denominazioni il mea culpa del poliziotto in borghese, autodenunciatosi dopo aver picchiato un manifestante. Ciò che rimane visibile a tutti è l’abuso di potere consumatosi in via del Corso, sabato pomeriggio, su un uomo che era ormai stato bloccato a terra.
Frame video incriminanti
Diversi frame di video catturati dai social, inquadrano lo stesso uomo – poi rivelatosi un poliziotto – compiere gesta opposte per non essere scoperto nell’immediato. Nelle prime immagini un signore in maglia grigia è partecipe della manifestazione No Green Pass, è uno di loro. Nelle successive prove di quanto accaduto, il medesimo è impegnato a picchiare un uomo della rivolta, a sferrare calci e pugni nonostante egli fosse già stato immobilizzato. Giorni dopo si autodenuncerà.
Mea Culpa
48h dopo, le foto incriminanti facevano zapping sui gruppi dei no-green pass scatenando la rabbia dei civili. Lunedì pomeriggio il poliziotto ha deciso di autodenunciarsi all’Autorità Giudiziaria, presentando le sue generalità in Questura. Così come stabilisce l’articolo 581 del CP, è ora accusato del reato delle percosse.
L’errore dei No-Green pass
L’errore che è costato ad un uomo l’accusa di diffamazione e calunnia, comincia sempre dai social. L’agente di polizia sotto copertura era stato scambiato per un dirigente della Polizia del Commissariato Prati, sconosciuto ai fatti. Gli insulti all’incolpevole, diventati sempre più feroci su Telegram, lo hanno costretto a denunciare l’autore primo del post.
Scritto da Simonetta Chiariello