Il presepe, simbolo del Cristianesimo, la cui origine risale all’antica Roma. L’usanza di riprodurre la scena della nascita di Cristo, infatti, ha una similitudine risalente ad alcune tradizioni degli antichi romani che, verso la fine di dicembre, erano soliti adornare le case con statue raffiguranti i Lari: gli spiriti degli antenati.
Il presepe a Roma: storia e aneddoti
Il termine presepe (o presepio) deriva dal latino praesaepe, con la quale ci si riferiva sia alla mangiatoia che alla stalla; una parola composta da prae (innanzi) e saepes (recinto), ovvero luogo che ha davanti un recinto. La più antica scena del presepe, così come oggi si intende, è una raffigurazione della Vergine Maria insieme a Gesù Bambino raffigurata nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria a Roma, risalente a un artista anonimo del III secolo. La tradizione italiana riguardante la rappresentazione della Natività, così come è pervenuta in epoca moderna, origina da San Francesco D’Assisi che nel 1223, a Greccio, realizza il primo vero ”presepe”. Ispirato dalle tavole di legno della mangiatoia di Gesù, che il Santo vede nella cripta della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, decide così di realizzare la scena.
Tuttavia il presepe, intenso come ricreazione di un’ambientazione all’interno delle case, risale proprio all’Antica Roma. Nel periodo di dicembre, infatti, gli antichi romani erano soliti adornare la propria abitazione con statue simboleggianti i Lari, gli spiriti degli antenati che proteggevano la casa e la famiglia. Erano statue dalle fattezze generiche: spesso, infatti, le statue non riproducevano un membro della famiglia realmente esistito ma prototipi, come per esempio una persona anziana e sapiente, una madre, un giovane temerario.
Saturnali, il Natale dell’antica Roma e i sigillaria: scambiarsi doni e disporre statuette
Nella Roma pagana dal 17 al 23 dicembre, periodo fissato da Domiziano, si svolgevano i Saturnali; fra le celebrazioni più popolari della religione romana in quanto coinvolgevano qualunque ceto sociale. I Saturnali, nel tempo, si sono identificati come le attuali feste di Natale e Capodanno. Era uso banchettare intonando il grido Io Saturnalia!; una sorta di augurio ripetuto per le case e le strade a cui seguivano anche dei doni simbolici detti strenae, strenne. Nel tempo, infatti, la strenna diventa un tipico regalo da donare nel periodo natalizio. Una tradizione che, quindi, si è tramandata; già in epoca latina,infatti, il termine strēna era reso come ”regalo di buon augurio”.
Il 20 dicembre, poi, si svolgeva la festa detta Sigillaria: i parenti si scambiavano in dono i sigilla, probabilmente statuette o immagini di familiari defunti durante l’anno. In attesa della celebrazione, però, era compito dei più piccoli tirare a lucido le piccole statue e disporle in un recinto, in modo tale da ricreare un’ambientazione.
Sembra, infatti, che la festa dei Lari, e il conseguente uso di ricreare scene di vita quotidiana con le statue a loro dedicate, si sia mescolata con le tradizioni cristiane: come spesso è accaduto nel tempo con altre tradizioni pagane. Per l’appunto, uno dei simboli cristiani del Natale per eccellenza ha, in realtà, origini pagane.
Il presepe romano, una tradizione che si sviluppa a partire dall’800
La tradizione del presepe a Roma, però, inizia a svilupparsi a partire dall’800 quando le famiglie più abbienti si dilettano nella realizzazione di scene della Natività sempre più curate e particolareggiate, sconfinando in una vera e propria gara fra presepi più belli che, successivamente, erano mostrati ai concittadini, agli amici ma anche ai turisti. Il presepe classico di Roma ha, per lo più, un’ambientazione bucolica; a far da sfondo alla scena la campagna romana, le costruzioni rurali, antiche rovine e scorci di pini domestici e olivi. E, ancora, locande di campagna, acquedotti: tutto il paesaggio riproduce una vita povera e rustica, popolata da artigiani con pastori, greggi, contadini, bestiame. Solo la grotta, spesso composta da sughero, possiede un’aura diversa: si notano gli angeli che lodano la nascita di Gesù Bambino e, in volo, formano nove cerchi concentrici, probabilmente una simbologia che rimanda ai nove cori angelici.
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