Probabilmente senza il goal del grande ex Edin Dzeko dopo neanche due minuti di gara, Inter-Roma valida per i quarti di finale di Coppa Italia non avrebbe avuto questo copione. Ma il cigno di Sarajevo si coordina alla grande e spedisce in porta il traversone perfetto di Ivan Perisic, e tutto per i giallorossi si complica tremendamente. Non era preventivabile trovarsi sotto in maniera così istantanea, mentre il viso di Josè Mourinho era ancora bagnato dalle lacrime di commozione per il ritorno nella San Siro nerazzurra. Ma così è andata, la differenza tra Inter e Roma si è dimostrata ancora troppo grande. Ed è sfumato così un obiettivo stagionale importante per i capitolini.
Inter-Roma 2-0, il focus sulla partita
La Roma si presenta alla sfida con la formazione tipo, quindi con il solito 3-5-2 in cui Zaniolo e Abraham si muovono da riferimenti più avanzati e Mkhitaryan galleggia tra le linee di centrocampo e di attacco. Anche l’Inter è messa in campo con il 3-5-2, come di consueto, con qualche cambio rispetto all’undici del derby. Vanno dentro D’Ambrosio, Darmian, Vidal e Sanchez, si accomodano in panchina De Vrij, Dumfries, Calhanoglu e Lautaro. Mica male come sostituti.
La partita, come già detto, si complica maledettamente per i giallorossi già poco prima del secondo minuto di gioco con la rete al volo di Edin Dzeko. Anche in questa seconda occasione contro la sua ex squadra il bosniaco timbra il cartellino, dopo aver firmato lo 0-2 nella partita di Serie A del 4 dicembre. E la sfida, dopo soli 6 minuti, rischia già di chiudersi. Nicolò Barella infatti, lasciato colpevolmente libero di concludere, fa tremare la traversa con un bolide da 25 metri. La Roma è nel pallone, manca una reazione a questo inizio da incubo.
Continua l’assedio nerazzurro per i primi quindici minuti, senza trovare il raddoppio. E qui sarebbe dovuta essere brava e cinica la squadra della Capitale a punire i milanesi. Ne ha l’occasione Zaniolo, tutto solo al minuto 18 davanti ad Handanovic, ma calcia male col sinistro e trova la ribattuta con i piedi del portiere sloveno. Un’occasione troppo ghiotta per essere gettata al vento, e di fatto la Roma non avrà più nei novanta minuti una palla goal simile.
Il ritmo in ogni caso si alza, e i giallorossi si iscrivono al match rendendo la partita viva e godibile. Azioni da una parte e dall’altra assicurano lo spettacolo a San Siro. I nerazzurri però offrono la sensazione di avere in pugno la partita, senza rischiare più di tanto. La prima frazione di gioco si chiude quindi 1-0, con un brutto infortunio per Bastoni che si procura un trauma distorsivo alla caviglia, e un problema fisico anche per Roger Ibanez. Entrambi vengono sostituiti, il primo da De Vrij, il secondo da Kumbulla.
Il secondo tempo di Inter-Roma
I secondi quarantacinque minuti di gioco si confermano vivaci ed interessanti. Tra i più attivi c’è sicuramente Nicolò Zaniolo, che prova in ogni modo a rendersi pericoloso contro la sua ex squadra. Le occasioni più grandi arrivano però con conclusioni da fuori. Prima Sergio Oliveira con un tiro da lontano deviato da Skriniar impegna non poco Handanovic, poi Barella ci riprova con un destro da trenta metri chiamando Rui Patricio ad una grande risposta.
E sempre con un’iniziativa personale da lontanissimo l’Inter trova il 2-0. Lo spunto è di Alexis Sanchez, sino a quel momento in ombra, che calcia da 25 metri e trova l’incrocio dei pali in maniera praticamente imparabile. Da qui in avanti il ritmo della gara rallenta, la differenza tra le due squadre è troppo ampia dal punto di vista tattico, tecnico e fisico. La Roma non demerita assolutamente, ma appare indietro rispetto all’Inter, ed il risultato è giusto. Prima del triplice fischio, c’è tempo solo per una pessima notizia: Tammy Abraham, tra i migliori nei capitolini, si accascia a terra toccandosi il flessore della gamba destra, ed è costretto ad uscire. Josè Mourinho e tutti i tifosi romanisti incrociano le dita, sperando che non si tratti di qualcosa di grave.
Il 2-0 è giusto, c’è ancora troppa differenza tra Roma e Inter
I valori delle due squadre sono differenti e a testimoniarlo c’è, sin dalla lettura delle formazioni, il turnover che può permettersi l’Inter contro quello che non può mettere in pratica Mou. Fisicamente i nerazzurri sembrano più in palla, più vivaci ed in grado di tenere a bada il match. Creano molte azioni e si presentano con frequenza dalle parti di Rui Patricio. Come nel derby però, la Roma ha l’occasione di punire con cinismo la squadra di Inzaghi che invece non capitalizza tutte le chance create. Zaniolo non trova la rete davanti ad Handanovic, e in una partita così difficile certe occasioni non capitano due volte.
Ancora troppa quindi la differenza tra Roma e Inter, che non a caso hanno obiettivi stagionali completamente diversi. Se per i nerazzurri, al primo posto in campionato, cercare di vincere lo scudetto è un obbligo, per i giallorossi il sogno si chiama Champions League. Competizione in cui la squadra di Inzaghi è già approdata agli ottavi, mentre la banda di Mou è impegnata nella Conference League. Due piani certamente diversi, ma in una partita secca può chiaramente succedere di tutto. Anche perché la Coppa Italia era un obiettivo importante per entrambe le società.
Questa sfida sarà fondamentale per i giallorossi per crescere, avendo messo in mostra già parecchi miglioramenti rispetto alla sfida di campionato persa 0-3 senza storia con una formazione rimaneggiata. Ora non resta che concentrarsi sul campionato, per puntare quel quarto posto distante sei lunghezze. E c’è sempre la Conference League: vincere la prima storica edizione del trofeo non sarebbe male. La Roma ha tutte le carte in regola per farlo.