Roma è una città che sta letteralmente morendo: a dirlo, sono i dati forniti da Istat e Comune relativi agli ultimi dieci anni.
Tra il 2011 e il 2021, infatti, a Roma si sono registrate ben 71 mila morti in più delle nascite. Dato, questo, che dimostra concretamente quanto la composizione della popolazione si stia modificando.
Si tratta di una stima che risulta ancora più drammatica se si pensa al fatto che nel 2022, l’intera Regione Lazio ha registrato meno di 40 mila nuove nascite. L’Istat ritiene che nel corso dei decenni futuri la situazione potrebbe subire un ulteriore peggioramento.
Crollo delle nascite a Roma: il centro storico è l’area più colpita

L’intera area metropolitana della Capitale ha risentito del crollo della natalità: sempre facendo riferimento ai dati Istat, risulta che tra il 2011 e il primo semestre del 2022 siano nati circa 250 mila bambini e che siano, però morti circa 325 mila romani. Il saldo anagrafico ammonterebbe, dunque, a circa 77 mila unità, che superano l’intera popolazione della città di Caserta.
La situazione più critica, però, si registra senza dubbio nel Primo Municipio. Il centro storico di Roma è infatti la zona in cui l’inverno demografico imperversa maggiormente.
Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, al momento della pubblicazione dell’ultimo report, si era dimostrato molto allarmato dalla situazione, affermando che se non si verifica un cambio di rotta, l’Italia potrebbe perdere, entro il 2070, ben 11 milioni di persone.
Giulia Guglielmetti
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