Io sono granturco, in scena al Teatro Lo Spazio dal 20 gennaio

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Dal 20 al 23 gennaio va in scena al Teatro Lo Spazio di RomaIO NON SONO GRANTURCO,  intenso e attualissimo testo di Antonio Mocciola con la regia di Giorgia Filanti.

Io sono granturco, in scena al Teatro Lo Spazio dal 20 gennaio

In scena al Teatro Lo Spazio Io sono granturco dal 20 al 23 gennaio.

Nell’anno che ha cambiato la storia del mondo, il 2001, si svolge il dramma di Hassan Shafei; 30 anni, finito nel mirino dell’FBI per sospetto collaborazionismo con Al – Qaeda, dopo le stragi dell’11 settembre. Come tanti colpevoli, ma anche altrettanti innocenti, finirà nel carcere “preventivo” di Guantanamo in attesa di un processo che non arriverà mai. Sperimenterà le torture degradanti per “cavare” la verità; non diversamente da quelle che subivano le streghe nel ‘600, o gli eretici, o tutti i soggetti scomodi o pericolosi, o solo sospettati.

Nella prima parte Hassan, mauritano, residente in America da un anno, subisce un interrogatorio destabilizzante da parte di un’agente dell’Fbi, Gwenda Carter, una donna dura e cinica che ribalta il ruolo dei sessi con compiaciuto cinismo, mentre il ragazzo comincia a perdere le certezze di una legge giusta, essendogli negati avvocati e persino traduttori. Non avendo ottenuto risposte, visibilmente indispettita, l’agente lo ammanetta e gli impone delle cuffie auricolari, consegnandolo all’arresto preventivo.  

Nella seconda parte, ormai privato di tutto, dagli abiti civili ai documenti, incatenato e con una cuffia alle orecchie che lo isola – ma che lo inonda anche di stordente musica alle orecchie come pervasiva tortura – racconterà frammenti del suo isolamento, e sprazzi della sua vita passata. Annota l’autore Antonio Mocciola:

“Non poteva che essere una donna acuta – meglio, acuminata – come Giorgia Filanti a dirigere questo mio tentativo di raccontare il disagio”.

E ancora:

“ In un’angosciante altalena di speranze e terrore, si perde il senso di una giustizia giusta, e saltano tutti gli equilibri, a cominciare – perché no – da quelli sessuali, in cui l’estremo pudore mediorientiale si scontra frontalmente con il disinibito cinismo occidentale.”

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