”La Gabbia”, al Teatro Lo Spazio lo spettacolo in scena il 7 e l’8 marzo

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Approda al Teatro Lo Spazioil 7 e l’8 marzoLA GABBIA, spettacolo di Massimiliano Frateschi, diretto da Massimiliano Vado.

La Gabbia, lo spettacolo in scena al Teatro Lo Spazio il 7 e l’8 marzo

La Gabbia Teatro Lo Spazio
Ufficio Stampa
Maresa Palmacci 

Approda al Teatro Lo Spazioil 7 e l’8 marzoLA GABBIA, spettacolo di Massimiliano Frateschi, diretto da Massimiliano Vado.

“La Gabbia” è un testo a due di teatro contemporaneo. Racconta alcune condizioni mentali che si presentano nel nostro inconscio quando proviamo a nascondere ciò che siamo.

Una metafora, quella dei due protagonisti, la cui gabbia è la loro malattia mentale, che racconta quelle più comuni che ci bloccano nella corsa verso i nostri obiettivi.

Un sonnambulo, lucido di giorno, ma non di notte, ha ucciso la moglie nel sonno, l’altro invece soffre di allucinazioni psicotiche e cambia versione dei fatti ogni volta che parla della sua vita privata. Un viaggio all’interno di una gabbia non solo fisica, ma mentale, dalla quale sembra impossibile scappare, con dialoghi apparentemente insensati e veloci che vibrano di paure e trovano sempre un giro di volta nel senso per questi due personaggi. Loro sognano un futuro migliore. Noi con loro.

Ambientazione e contesto

Ambientato interamente in una cella d’isolamento di un luogo non specificato, La Gabbia sottolinea che spesso i difetti più tragici ci bloccano in uno stato di fermo assoluto e racconta un mondo distrutto da una catastrofe dove, forse, le persone sono contente di questo stato di distruzione, poiché è dallo stato di distruzione che si può ricominciare da zero.

Misurarsi con l’ impercettibile, sfidando la comprensione di diversi piani di lettura che si intrecciano con una realtà in cui si sfogano eventi apocalittici; colpe personali che si pagano con vie crucis verbali, conversazioni semplici che nascondono strati di abulia e insoddisfazione, eccessi di rabbia che nascondono verità molteplici. Nella gabbia di un carcere, si sommano questi ed altri elementi, spingendo chiunque ci capiti dentro a fare i conti, oltre che con il tempo che passa, anche con le colpe della propria coscienza

annota il regista Massimiliano Vado.

“ È una linea di destino che ci spinge al limite, ci mette alla prova, come attori e come regista, oltre che come persone, perché la sfida lanciata a se stessi ha bisogno del conforto di essere raccolta. Si osa passando per l’umano, ci si rinchiude, ostentando fragilità, ci si misura come uomini sapendo che il risultato non saràmai scontato. In fondo non siamo qui solo per passare il tempo; in teatro alcuni minuti sembrano anni.”

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