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La pandemia ha cancellato numerose imprese familiari. L’allarme di Confartigianato

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Allarme di Confartigianato lanciato: quindicimila posti di lavoro in meno. Il quadro della situazione messo a punto dall’associazione raffigura un bilancio pesante

Allarme di Confartigianato: la pandemia ha cancellato le imprese familiari

Più di seimila negozi chiusi e quindicimila posti di lavoro in meno. Un bilancio tragico e pesante, soprattutto per le aziende con una sede fissa. Il saldo tra le aperture e le chiusure di attività di commercio, artigianato e servizi è di -6.224. Lo si legge tra le pagine del Corriere della Sera, dopo più di un anno di pandemia.

Andando avanti con le statistiche, tra i settori più colpiti, c’è quello del commercio al dettaglio con -2630 e quello all’ingrosso -1520. All’elenco si aggiungono i ristoranti con -990 ed il settore dell’alloggio con -236 attività. L’allarme di Confartigianato.

Considerando trend negativo, non subiscono troppo la situazione acconciatori ed estetisti che fanno -94. Segno positivo che si vede invece quando si parla di imprese edilizie ed artigiane. Il saldo qui è di +1460 unità. Si attende una crescita massiccia nei prossimi mesi, soprattutto per via dei bonus e superbonus riguardanti le ristrutturazioni.

Ad esprimersi sulla questione è anche il presidente di Confartigianato Roma, Andrea Rotondo. Egli sostiene che le misure di sostegno non sono bastate per salvaguardare quell’ampia parte del tessuto produttivo. Continua dicendo che l’auspicata ripresa potrebbe andare ad infrangersi contro un sistema fortemente indebolito. Sistema che forse non è in grado di sopportare i costi della ripartenza.

Ciò che desta più preoccupazione ora sono l’accesso al credito e gli incentvi, che sempre secondo Rotondo “non devono subire lungaggini amministrative”. Il rischio sennò , è di veder avverati questi benefici solo a cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022.

Lorenzo Montemauri

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